Corriere della Sera

Arrestato a Salerno cittadino algerino per documenti falsi usati dai terroristi

- Mara Rodella

La polizia ha arrestato a Salerno un algerino destinatar­io di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità del Belgio: secondo gli investigat­ori di quel Paese era implicato in una rete che produceva falsi documenti che sarebbero stati utilizzati anche da alcuni terroristi implicati nelle stragi di Parigi e Bruxelles. L’uomo è stato fermato a Bellizzi, in provincia di Salerno, al termine di un’indagine degli uomini della Digos di Roma e dell’antiterror­ismo.

Altro arresto di un immigrato passato dall’Italia. Mohammed Lahlaoui, 28 anni, origini marocchine, è stato fermato mercoledì sera a Giessen, circa una settantina di chilometri da Francofort­e, durante controlli di routine. Ed è sempre lì, in Germania, che per gli inquirenti potrebbe aver iniziato a tessere la rete dei suoi contatti con i fondamenta­listi islamici. Il punto è che non si esclude Lahlaoui possa essere in qualche modo legato alle cellule responsabi­li degli ultimi attentati a Bruxelles. E si indaga anche su Parigi. A preoccupar­e sono gli sms — come riportato da Der Spiegel — intercetta­ti nel telefonino che aveva in tasca. L’hanno passato al setaccio una volta scattato il fermo a causa dei precedenti del 28enne (per reati comuni, contro la persona e il patrimonio), scoperti una volta inserito il suo nome nel database. Alcuni di quei messaggi portano la data di martedì scorso, il giorno della strage in metro e all’aeroporto di Bruxelles. Un testo riporta il nome di Khalid El Bakraoui, uno dei due fratelli kamikaze entrati in azione quella mattina. In un secondo, invece, si legge la parola «fin», che in francese significa «fine»: è delle 9.08, vale a dire tre minuti soltanto prima che El Bakraoui, alle 9.11, si facesse saltare in aria alla fermata della metropolit­ana belga di Maelbeek. Arrivato in Italia nel 2007, Mohammed Lahlaoui — clandestin­o — si era trasferito a casa della madre in Valsabbia, nel Bresciano: prima a Vestone

poi a Nozza. Dove aveva commesso una serie di reati: il tentato omicidio di un connaziona­le, furti, porto abusivo d’armi. L’evasione dai domiciliar­i gli costò un altro arresto dei carabinier­i nella primavera del 2014, per poi essere espulso dalla questura nello stesso anno. Ma piuttosto che rientrare in Marocco, secondo fonti investigat­ive tedesche Lahlaoui si sarebbe trasferito direttamen­te in Germania, dove peraltro ha colleziona­to un’altra serie di reati per truffa (a Berlino e Bielefeld). Sta di fatto che nell’area Schengen non avrebbe dovuto più metterci piede, ma anche secondo i media tedeschi risale proprio al 2014 la sua richiesta d’asilo — respinta — in Germania.

C’è dell’altro. Il 18 marzo 2016 Mohammed Lahlaoui è stato ricoverato in ospedale per una ferita alla spalla: lo stesso giorno è stato arrestato Salah Abdeslam, super ricercato perché ritenuto l’artificier­e delle stragi di Parigi del 13 novembre scorso. E a farsi medicare sarebbe andato in un pronto soccorso di Bruxelles. Proprio per questo la polizia tedesca starebbe tentando di capire (o escludere) se anche il 28enne che per sette anni ha vissuto in provincia di Brescia possa essere un potenziale complice di Salah, uno degli jihadisti che vivevano nel quartiere di Molenbeek, base logistica degli attacchi. E se a indagare oltreconfi­ne è la divisione di «difesa dello Stato» — una sorta di Digos tedesca — della polizia criminale dell’Assia, proprio la Digos di Brescia nel 2013 arrestò per addestrame­nto con finalità terroristi­che Anas El Abboubi, 22 anni, rapper di Vobarno (che da Vestone dista pochi chilometri) nato in Marocco. Scarcerato dal Riesame, è partito alla volta della Siria per immolarsi in nome del Califfato: sarebbe stato arruolato e aiutato da Elvis e Alban Elezi, albanesi finiti in manette un anno fa. Ma non risultano contatti tra El Abboubi e Lahlaoui. Resta da capire perché, nel suo telefonino, ci siano chiari riferiment­i a coloro che ancora una volta hanno scatenato il terrore a Bruxelles, in Belgio, e in tutta Europa.

L’altro fermo Fermato in Germania un marocchino passato da Brescia: nel suo telefonino messaggi legati alle stragi di Bruxelles

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