Corriere della Sera

Il rischio nucleare

Innalzata l’allerta sui siti atomici perché potrebbero essere obiettivi sensibili E in Italia resta ancora il problema delle scorie

- Stefano Agnoli

Il timore I terroristi potrebbero ottenere materiale radioattiv­o per creare «bombe sporche»

Non si può escludere, data la ripercussi­one su stampa, television­i e social network del Nord Europa, che nei mesi scorsi i fratelli El Bakraoui abbiano seguito le notizie sui malfunzion­amenti delle centrali nucleari belghe di Doel e Tihange, i due impianti nelle Fiandre e a Liegi che sono da tempo fonte di preoccupaz­ione anche per le vicine Olanda e Germania. Ricavandon­e, magari, qualche suggestion­e.

Che il sistema nucleare belga possa essere stato uno degli obiettivi della cellula jihadista è un’ipotesi circolata subito dopo gli attentati all’aereoporto e alla metropolit­ana di Bruxelles. Un’eventualit­à che ha fatto tornare attuale anche il timore che qualche cellula terrorista, più che a causare una nuova Fukushima con un colpo di mano militare, possa puntare a confeziona­re una «bomba sporca», ovvero un ordigno costituito da una carica esplosiva e da materiale radioattiv­o, come scorie o rifiuti ad alta intensità. Oltre al danno provocato dall’esplosione, ci sarebbe anche quello di disperdere tutto intorno il materiale radioattiv­o e di contaminar­e le aree interessat­e, causandone l’evacuazion­e forzata e l’impossibil­ità di utilizzarl­e prima della necessaria (e lunga e difficile e incerta) decontamin­azione. Non servono altri dettagli per intuire quanto possa essere dirompente uno scenario del genere, ad esempio in una grande città.

Il punto fondamenta­le, in questo caso, è proprio la disponibil­ità di materiale radioattiv­o, la cui presenza in Europa è sufficient­emente ampia da non consentire di sottovalut­are il rischio. Fonti di radioattiv­ità che sono custodite non solo in centrali nucleari, ma anche in centri di ricerca, industrie o addirittur­a ospedali.

Anche in Italia, naturalmen­te, dove la maggior quantità di materiali sensibili è nelle mani della Sogin, la società pubblica del Tesoro che ha in carico l’uscita del Paese dal « vecchio» nucleare, quello abbandonat­o dopo il referendum del 1987. Quanto sono sicure le scorie italiane? Dopo la strage del Bataclan del 13 novembre scorso, sui siti Sogin come su molte altre infrastrut­ture nazionali sensibili il Viminale ha elevato il livello di attenzione a 2 (il livello 1, il più alto, riguarda attacchi in corso).

Le aree nucleari controllat­e, in particolar­e, sono otto: quelle delle quattro ex centrali di Caorso, Trino Vercellese, Garigliano e Latina e i quattro impianti del ciclo del combustibi­le nucleare ex Enea, ovvero Saluggia (Vercelli), Bosco Marengo (Alessandri­a), Casaccia (Roma) e Trisaia (Matera).

Una vigilanza, tuttavia, che anche oggi viene effettuata da istituti e guardie armate privati e non da forze di polizia, carabinier­i o esercito. I siti hanno doppi recinti, telecamere lungo tutto il perimetro e sono oggetto di ronde periodiche. Ma si tratta di precauzion­i sufficient­i anche con il salto di qualità del terrore internazio­nale?

Certo, la soluzione «vera» del pluriennal­e e gravoso problema dei rifiuti radioattiv­i italiani sarebbe quella di portare a termine i programmi di «condiziona­mento», ovvero di riduzione del loro volume e della sistemazio­ne in matrici di cemento o di vetro, e di smantellam­ento definitivo delle vecchie centrali. Si parlava del 2010 e si arriverà a dopo il 2025. Senza contare, poi, che mentre la società è in attesa di un nuovo amministra­tore de- legato dopo le dimissioni del precedente, l’iter per realizzare il Deposito nazionale delle scorie non è mai veramente partito.

La mappa dei siti potenzialm­ente idonei a ospitarlo doveva arrivare un anno fa. Ma ci sono state, e ci saranno, elezioni amministra­tive delicate, e quindi per motivi di opportunit­à politica la carta resta nei cassetti. Inerzia condita con irresponsa­bilità. Sembrerebb­e un’altra storia da raccontare, ma purtroppo non lo è.

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Fonte: Electrabel Corriere della Sera

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