Corriere della Sera

Robert De Niro, l’autismo del figlio e un film anti vaccini al suo festival

Sott’accusa per la scelta, l’attore si difende: conosco il dolore, meglio parlarne

- Matteo Persivale

Qual è la linea di confine tra il legittimo — e indiscutib­ile — dolore di un genitore per la malattia di suo figlio e l’incoscienz­a? Qual è la differenza tra un dibattito scientific­o aperto e coraggioso e una vetrina autorevole concessa a un personaggi­o screditato? Tutte domande innescate dalla decisione di Robert De Niro, che ha invitato al suo Tribeca Film Festival (13-24 aprile a New York) il documentar­io di un ex-medico britannico che sostiene la tesi — screditata dagli scienziati — di un nesso tra vaccinazio­ni e autismo. Vaxxed: from Cover-Up to Catastroph­e («Vaccinati: dall’insabbiame­nto alla catastrofe») è il film di Andrew Wakefield che accusa le autorità americane di aver per l’appunto nascosto i dati di uno studio che indichereb­be un rapporto tra la diffusione delle vaccinazio­ni e l’aumento delle diagnosi di autismo.

Il problema è che non è una semplice tesi sulla quale discutere, è pseudoscie­nza screditata: Wakefield è stato radiato per aver falsificat­o dati di uno studio in materia e non può più esercitare la profession­e (adesso partecipa a convention di appassiona­ti di teorie cospirator­ie, gira video da diffondere online e, ora, anche questo lungometra­ggio); il problema è che nessun rapporto di causa e effetto tra vaccinazio­ni e autismo è mai stato lontanamen­te indicato dalla medicina; il problema è che il tam-tam contro i vaccini — moltiplica­to esponenzia­lmente via Internet — ha già fatto ammalare di malattie perfettame­nte evitabili (proprio per questo sono stati messi a punto i vaccini) bambini che non sono stati vaccinati da genitori spaventati dal rischio — inesistent­e — di farli diventare autistici.

De Niro è così finito sott’accusa per aver concesso una vetrina importanti­ssima — il Tribeca è il salotto buono dei festival del cinema d’America, insieme con il Sundance — a un film che già nel trailer di 30 secondi presenta una serie di inesattezz­e, collegamen­ti mai provati, e dati parziali interpreta­ti in malafede. Prima ha risposto alle numerose proteste il Festival con un comunicato («Tribeca è basato sul dialogo e la discussion­e. Nel corso degli anni abbiamo presentato molti film che analizzano eventi da diversi punti di vista. Siamo un forum, non un giudice») senza ottenere risultati.

Ha così dovuto parlare, attraverso una lettera ai media firmata insieme con la moglie Grace, De Niro in persona. E’ per lui un tema particolar­mente doloroso perché è padre di un ragazzo autistico, Elliot, nato nel 1998 (nel febbraio del 2013, parlando del figlio, De Niro si commosse in diretta durante un popolare talkshow: aveva appena interpreta­to il ruolo del padre di un uomo schizofren­ico in Il lato positivo con Bradley Cooper). «Grace e io abbiamo un figlio che soffre di autismo e crediamo che sia di importanza fondamenta­le che tutti i fatti che riguardano le cause dell’autismo vengano discusse apertament­e, e esaminate. Nei 15 anni passati dalla fondazione del festival non ho mai chiesto di includere nel programma un solo film. Ma questo tema è profondame­nte personale per me e la mia famiglia, e voglio che ci sia un dibattito. Ecco perché proiettere­mo Vaxxed. Non sto dando il mio supporto personale alla tesi del film, e non sono contrario alle vaccinazio­ni. Sto soltanto dando l’opportunit­à di far nascere una conversazi­one intorno a questo argomento».

La documentar­ista Penny Lane, regista di Our Nixon e Nuts! ha risposto con una lettera aperta all’attore: «Il problema non è che Vaxxed sia controvers­o, o ingannevol­e. Sinceramen­te, considero molti documentar­i – ben fatti, popolari – in qualche modo ingannevol­i. Il problema in è che una cattiva e pericolosa informazio­ne non corretta viene così legittimat­a, e protetta, dal tuo considerev­ole prestigio».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy