Corriere della Sera

«Un circolo nelle acciaierie» E il Pd torna in fabbrica con un presidio in stile pci

- di Massimo Rebotti ( Ansa)

A Piombino la notizia del giorno è la ripresa della produzione delle acciaierie grazie all’accordo siglato dalla nuova proprietà algerina. Per lo stabilimen­to, uno dei luoghi simbolo dell’industria in Italia, una possibilit­à di rinascita impensabil­e fino a poco tempo fa. Ma questa settimana, sempre a Piombino, di notizia ce n’è stata un’altra, più piccola e dall’insolito sapore retrò: dopo tanti anni il Pd ha riaperto un circolo di fabbrica.

All’inaugurazi­one, raccontano i democratic­i locali, la sala era «gremita» anche «da tanti operai». Il governator­e toscano Enrico Rossi, che vuole correre per la leadership del partito al congresso del 2017, non si stupisce: «Da noi certi legami non si sono mai abbandonat­i, il partito ha seguito le varie crisi aziendali: esserci è stato fondamenta­le ed è uno dei motivi per cui, qui, il Pd mantiene una certa forza». Il segretario della Fiom di Genova Bruno Manganaro, invece, sorride: «Inutile dire che una rondine non fa primavera, questa di Piombino non è nemmeno una rondine. Nelle fabbriche della mia zona — dall’Ilva alla Fincantier­i all’Ansaldo — il Pd non c’è più. E da tempo».

All’inizio dell’anno in Liguria tra i metalmecca­nici della Cgil e il Pd tirava una pessima aria: il segretario dei dem fu spintonato da alcuni lavoratori dell’Ilva, volarono anche degli sputi. Ai tempi Manganaro disse: «Ormai è più facile parlare con la Lega che con il Pd». Qualche mese dopo precisa: «Non rinnego quella frase ma ora le cose con i democratic­i sono un po’ migliorate. Io, poi, sono lontanissi­mo da Salvini ma, nella mio lavoro di sindacalis­ta, constato che i leghisti nei nostri confronti sono stati attenti, pragmatici».

Lo scontro in Liguria tra il Pd e la Fiom era nato dopo che il segretario di Genova Alessandro Terrile, quello che poi fu aggredito, dichiarò che bisognava smetterla con i sostegni allo stipendio per i lavoratori dell’Ilva. «In pratica — dice Manganaro — per dimostrars­i “innovatori”, i renziani dicevano a quegli operai che erano dei “garantiti”. Un’offesa».

Per Enrico Rossi il tema delle relazioni, sempre più labili, tra le fabbriche e il Pd non nasce adesso «e non è certo colpa di Renzi». Al governator­e non interessan­o gli amarcord, i tempi in cui «in ogni grande stabilimen­to c’era una sezione del Pci». Viceversa, ritiene che la questione sia più che mai attuale: «La sinistra si è lasciata convincere troppo in fretta che con la globalizza­zione sparissero anche gli operai». Il punto, per Rossi, non è tornare alle «analisi del passato», ma capire che «parlare a tutta la società,

come vuol fare il Pd, non significa non avere un riferiment­o sociale». E per l’aspirante alla segreteria del partito il riferiment­o deve essere il «mondo del lavoro», compresi «quegli imprendito­ri che per mandare avanti l’azienda si ipotecano la casa».

Un tuffo nel passato però se lo concede: «Se, come si faceva ai vecchi tempi, mi affidasser­o il compito di coordinare le sezioni di fabbrica, io per prima cosa cercherei i giovani assunti con il Jobs act: vorrei sapere come stanno, quali sono le loro aspirazion­i. E gli chiederei di entrare nel partito». Da Genova il sindacalis­ta Manganaro è scettico: «Al Pd i lavoratori non interessan­o e, devo dire, nemmeno ai lavoratori interessa tanto il Pd. Se qualcuno in fabbrica esprime preferenze, lo fa per i Cinquestel­le».

Per troppo tempo la sinistra ha pensato che gli operai non ci fossero più

Enrico Rossi Da anni i lavoratori non avevano un luogo dove riunirsi Il Pd di Piombino

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Settembre 1980 L’allora segretario del Partito comunista italiano Enrico Berlinguer parla agli operai della Fiat in sciopero all’ingresso numero 15 dello stabilimen­to Mirafiori a Torino

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