«A Roma FI avanti con Bertolaso Ma se rinuncia sceglieremo Meloni»
Toti: l’ipotesi Marchini non c’è, oggi è un elemento di divisione e non si può partire da lui
con maggiore chance di vittoria. Se per qualche motivo Bertolaso pensasse ad un passo indietro, è evidente che per il centrodestra sarebbe logico sostenere la Meloni, che è leader di uno dei partiti dello schieramento e che a Roma è bene radicata».
Ma FI sta pensando a questa eventualità?
«Oggi siamo fermamente a sostegno di Bertolaso, al momento non vedo le condizioni perché la situazione cambi».
Magari perché state andando tutti al massacro...
«Non certo per colpa di FI, che anche in questo caso si è dimostrata il partito più attento alle ragioni dell’alleanza. Ma in ogni caso sono contrario ad alchimie politiche che non porterebbero ad esprimere il candidato migliore, e che sarebbero autolesionistiche per i partiti. Poi è chiaro che il centrodestra si dovrà organizzare in maniera diversa».
Come?
«In Italia c’è una destra rappresentata da Salvini e Meloni e c’è un centrodestra moderato. Chi è Giovanni Toti, 47 anni, governatore della Liguria Sono due corni dell’alleanza cementata da 20 anni di berlusconismo e dalla convinzione, che io ancora ho, che l’Italia abbia bisogno di un sano bipolarismo. In Francia il Front national e i gollisti di Sarkozy sono incompatibili, ma il centrodestra italiano ha una storia completamente diversa. Ci si può alleare e vincere: così è stato in Lombardia, in Liguria, così può avvenire a Milano e altrove».
A destra avvertono: se si rompe a Roma si rompe ovunque.
«Mi auguro siano solo considerazioni tattiche. Sarebbe sconsiderato dividerci quando gli errori del governo lo stanno indebolendo, la politica di sanzioni alla Russia si è dimostrata fallimentare, l’Europa è sotto attacco. Roma può essere la malattia che fa scoprire il vaccino, ma dividerci ovunque per ripicca certificherebbe solo l’irresponsabilità collettiva di una classe dirigente».
Quindi non c’è possibilità di dialogo con Marchini?
«Marchini fa parte del centrodestra che vogliamo rafforzare e un domani, se vorrà, potrà contribuire al successo dell’alleanza. Ma oggi rappresenta un elemento di divisione, dunque mi sembrerebbe strano partire da lui per cercare di ricompattare la coalizione».