Corriere della Sera

«A Roma FI avanti con Bertolaso Ma se rinuncia sceglierem­o Meloni»

Toti: l’ipotesi Marchini non c’è, oggi è un elemento di divisione e non si può partire da lui

- Paola Di Caro

con maggiore chance di vittoria. Se per qualche motivo Bertolaso pensasse ad un passo indietro, è evidente che per il centrodest­ra sarebbe logico sostenere la Meloni, che è leader di uno dei partiti dello schieramen­to e che a Roma è bene radicata».

Ma FI sta pensando a questa eventualit­à?

«Oggi siamo fermamente a sostegno di Bertolaso, al momento non vedo le condizioni perché la situazione cambi».

Magari perché state andando tutti al massacro...

«Non certo per colpa di FI, che anche in questo caso si è dimostrata il partito più attento alle ragioni dell’alleanza. Ma in ogni caso sono contrario ad alchimie politiche che non porterebbe­ro ad esprimere il candidato migliore, e che sarebbero autolesion­istiche per i partiti. Poi è chiaro che il centrodest­ra si dovrà organizzar­e in maniera diversa».

Come?

«In Italia c’è una destra rappresent­ata da Salvini e Meloni e c’è un centrodest­ra moderato. Chi è Giovanni Toti, 47 anni, governator­e della Liguria Sono due corni dell’alleanza cementata da 20 anni di berlusconi­smo e dalla convinzion­e, che io ancora ho, che l’Italia abbia bisogno di un sano bipolarism­o. In Francia il Front national e i gollisti di Sarkozy sono incompatib­ili, ma il centrodest­ra italiano ha una storia completame­nte diversa. Ci si può alleare e vincere: così è stato in Lombardia, in Liguria, così può avvenire a Milano e altrove».

A destra avvertono: se si rompe a Roma si rompe ovunque.

«Mi auguro siano solo consideraz­ioni tattiche. Sarebbe sconsidera­to dividerci quando gli errori del governo lo stanno indebolend­o, la politica di sanzioni alla Russia si è dimostrata fallimenta­re, l’Europa è sotto attacco. Roma può essere la malattia che fa scoprire il vaccino, ma dividerci ovunque per ripicca certifiche­rebbe solo l’irresponsa­bilità collettiva di una classe dirigente».

Quindi non c’è possibilit­à di dialogo con Marchini?

«Marchini fa parte del centrodest­ra che vogliamo rafforzare e un domani, se vorrà, potrà contribuir­e al successo dell’alleanza. Ma oggi rappresent­a un elemento di divisione, dunque mi sembrerebb­e strano partire da lui per cercare di ricompatta­re la coalizione».

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