L’equivoco che aggrava la questione dell’acqua
In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, che si tiene ogni anno il 22 marzo, uno dei massimi dirigenti del Fondo monetario internazionale (Fmi) ha posto una questione che fa uscire la discussione dalla retorica che spesso accompagna il dibattito sul tema. Il prezzo. David Lipton ha ricordato una delle prime cose con le quali vengono «sfidati» gli studenti di Economia, il paradosso del diamante e dell’acqua. Com’è che l’acqua è sostanzialmente gratuita anche se la vita non potrebbe esistere senza di essa e il diamante raggiunge invece prezzi altissimi anche se nessuno (o quasi nessuno) morirebbe per mancanza di diamanti? La risposta è che l’acqua può essere gratuita se l’offerta supera abbondantemente la domanda. Il problema è che nel mondo non è affatto così: la domanda è superiore, anche se in misura diversa a seconda dei luoghi. Il problema è che, quando si viene al prezzo, i governi sono riluttanti a trattarla come gli altri beni. E ciò crea distorsioni, ingiustizie e aggrava la «crisi dell’acqua». Uno studio dell’Fmi stima che nel quando il mondo aveva abitanti e il Pil planetario era di
di dollari internazionali (a base 1990), venivano usati cento miliardi di metri cubi d’acqua dolce. Nel l’uso era salito di volte, a di metri cubi: a fronte di un aumento di volte della popolazione (a circa e di ben oltre volte del Pil ( di dollari). I dati indicano che l’uso di acqua pro-capite non è collegato alla sua abbondanza sul posto ma alla popolazione, allo sviluppo dell’economia e all’estensione del suolo coltivato (circa il dell’uso è agricolo). Il problema — secondo lo studio dell’Fmi — è che per ragioni politiche quasi ovunque l’uso di acqua è sussidiato dai governi: significa che, attraverso diversi canali, praticano un prezzo inferiore ai costi di fornitura (compreso il mantenimento dei bacini e delle infrastrutture). In India, per esempio, i sussidi hanno portato a un uso eccessivo di acqua, il che ha impoverito i bacini, aumentato la salinità dei terreni e ridotto la produttività. Inoltre, nei Paesi a reddito più basso i sussidi vanno alla parte più ricca della popolazione: il più povero, ne riceve solo l’ in quanto usa meno acqua; al più ricco ne va il Prima o poi occorrerà uscire dall’equivoco secondo il quale l’acqua non ha prezzo.
@danilotaino
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