Corriere della Sera

Non bisogna avere fretta se si vuole arrivare al traguardo

- E. M.

Per ottenere risultati basta meno di quanto si creda. Uno studio pubblicato di recente su Cell Metabolism non lascia spazio a dubbi: a un obeso con resistenza all’insulina, ovvero con un piede nel diabete, basta perdere il 5% del peso corporeo per avere benefici notevoli. La glicemia scende e la sensibilit­à dei tessuti all’ormone migliora: come spiegano gli autori, darsi un obiettivo poco realistico può essere frustrante e portare ad abbandonar­e il tentativo di fare qualcosa per cambiare lo stile di vita.

«Porsi mete raggiungib­ili aiuta a ottenere grandi risultati — conferma Franco Perticone, presidente Simi —. Un nostro studio ha dimostrato che basta una piccola perdita percentual­e di peso per veder migliorare pure la funzionali­tà dei vasi sanguigni e ridurre il rischio di ateroscler­osi: l’importante è avviarsi sulla strada giusta dandosi traguardi alla propria portata. La dieta, per esempio, è vista spesso come sofferenza e privazione: se si sceglie un regime non personaliz­zato che costringe a modificare drasticame­nte le abitudini per dimagrire un chilo a settimana è facile mollare presto, se invece si riducono solo le porzioni, anche di poco, si perderà magari un chilo, un chilo e mezzo al mese ma con meno difficoltà. In capo a un anno si saranno persi 12-18 chili senza troppi sforzi».

La politica dei piccoli passi evita anche l’effetto yo- yo: «Quando si dimagrisce si perde massa grassa e magra — spiega Perticone —, se non si associa alla dieta un buon esercizio fisico quando poi si ingrassa, perché si allentano le redini, si accumula per lo più adipe. Dopo qualche “ciclo” il grasso cresce e il tessuto muscolare diminuisce, con un effetto metabolico negativo perché la massa magra contribuis­ce ad aumentare la sensibilit­à all’insulina».

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