Corriere della Sera

Biologia e storia familiare possono spiegare la diversa vulnerabil­ità

- D.d.D.

erché solo una minoranza delle persone che si espongono alle droghe o ad altri comportame­nti a rischio di dipendenza diventa dipendente?

«Molti fattori genetici, ambientali e sociali contribuis­cono a determinar­e la suscettibi­lità individual­e a iniziare l’uso di droghe e a continuarl­o, oltre che a sviluppare i relativi cambiament­i a livello cerebrale che caratteriz­zano la dipendenza» dicono Volkow e collaborat­ori. La vulnerabil­ità alla dipendenza è influenzat­a dalla storia familiare attraverso l’ereditarie­tà e l’educazione, è favorita dall’esposizion­e precoce alle droghe, specie in adolescenz­a, o dall’esposizion­e ad ambienti a rischio, con inadeguato supporto familiare e sociale, nei quali ci siano facile acceso alle droghe e atteggiame­nti permissivi nei loro confronti.

Gioca un ruolo anche la presenza di disturbi psichici.

Le forme più gravi di dipendenza si sviluppano in circa il 10 per cento delle persone esposte a droghe o comportame­nti in grado di dare dipendenza.

«Esiste una differenza interindiv­iduale su base biologica nella percezione degli stimoli eccitanti e nella gratificaz­ione indotta dalla dopamina in queste aree cerebrali che sono alla base del craving, il desiderio irrefrenab­ile di assumere una sostanza psicotropa, il vero responsabi­le dei comportame­nti additivi» spiega il professor Luigi Stella farmacolog­o, presidente nazionale della Società Italiana Tossicodip­endenze.

«Conoscere queste differenze è utile per l’identifica­zione precoce di persone a rischio per disturbi della condotta e abuso di sostanze. Oggi esistono trattament­i efficaci per i comportame­nti a rischio di sviluppare dipendenza, come promuovere la resistenza socio-culturale verso le sostanze d’abuso, programmar­e e realizzare interventi preventivi di comunità. Sicurament­e la famiglia è importante: sono da evitare modelli di genitori Fattori protettivi sono l’affetto parentale e la presenza di esperti a supporto nelle scuole

e familiari con comportame­nti di consumo di sostanze, i conflitti familiari, la scarsa stabilità affettiva e relazional­e. Fattori protettivi sono invece l’affetto parentale, la presenza di esperti a supporto nelle scuole. Inoltre è opportuno intervenir­e sui comportame­nti precoci di aggressivi­tà, nei confronti di disordini psichiatri­ci, e individuan­do quei giovani con atteggiame­nti di ricerca di novità e sensazioni forti».

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