Importante rispettare la riservatezza, ma anche accogliere la condivisione
iversi studi hanno dimostrato che lavorare contribuisce al benessere psicologico dei malati di cancro, aiuta a seguire meglio i trattamenti e a vivere meglio nell’immediato.
Per agevolare i datori di lavoro nel delicato colloquio con i loro dipendenti che stanno affrontando la malattia, l’Associazione italiana malati di cancro (Aimac) ha preparato un elenco di suggerimenti semplici e pratici: «Serve innanzitutto attenzione — dice Elisabetta assenza dal lavoro. Indispensabile è poi ascoltare il disagio e le nuove esigenze, per fugare il timore del malato di essere discriminato, ma anche perché un dialogo aperto e sincero sarà utile ad entrambi per trovare soluzioni efficaci.
«Per garantire i diritti del lavoratore colpito dal cancro e anche per evitare controversie e contenziosi — continua Iannelli —, oltre a rispettare le norme legislative e contrattuali, bisognerà seguire, se previste, le linee guida dettate dalle politiche aziendali. Si tratta soprattutto di questioni legate ai giorni di assenza per malattia, al congedo di lungo termine, al lavoro a distanza o al part-time e di altre clausole in materia di tutela della salute e del lavoro».
Va anche tenuto presente che il cancro e le terapie sono causa di uno stato di disabilità che può diminuire in parte o del tutto la capacità di lavoro, spesso per un periodo di tempo limitato, in modo ricorrente o talvolta definitivo.
L’elasticità quindi è una preziosa strategia per trovare accordi utili a tutti, senza tralasciare l’impatto pratico che la malattia di un dipendente può avere sull’intero gruppo di lavoro.
E senza dimenticare che le tutele, previste per legge, riguardano anche quei lavoratori che si prendono cura di familiari malati di cancro: anche in questo caso esistono leggi e norme da rispettare.