La vicenda
Lo scorso martedì 22 marzo mattina, ci sono state tre esplosioni a Bruxelles dovute ad attentati terroristici kamikaze: a oggi il numero delle vittime ammonta a 35, mentre il numero dei feriti è di oltre 200 persone
Le prime due deflagrazioni si sono verificate poco prima delle 8 all’interno dell’aeroporto della capitale belga, Zaventem
Poco dopo le nove c’è stata la terza esplosione nella stazione della metropolitana di Maalbeek, nel centro di Bruxelles, vicino alle sedi delle principali istituzioni dell’Unione Europea
A farsi saltare in aeroporto Najim Laachraoui, presunta mente degli attacchi, e Ibrahim El Bakraoui. Mentre è ancora aperta la caccia all’ormai famigerato «uomo col cappello», ripreso nelle immagini delle telecamere di sicurezza
giorni passati in carcere con l’accusa di omicidio, tentato omicidio e strage.
Ma non è stato il capo di imputazione che ha spinto i principali giornali europei a indicare Cheffou come il quarto uomo del commando che ha fatto strage prima nello scalo e poi nella metropolitana della capitale belga, quanto la certezza della polizia di avere finalmente chiuso il cerchio sugli autori materiali degli attacchi. Giovedì sera era stato fermato mentre sostava in auto proprio davanti alla procura. Venerdì il portavoce della polizia affermava che c’erano «forti probabilità» che l’uomo con il cappello fosse lui, che si presenta come un giornalista freelance. Sabato la probabilità diventava «certezza», la cellula di Bruxelles era ormai «neutralizzata». Il tassista che aveva portato