Quel buco di 73 minuti su cui giocano a scaricabarile le autorità
La definizione di Stato fallito appare crudele. Ma certo il Belgio non sta dando prova di coesione di fronte a un jihadismo che negli ultimi vent’anni si è ben radicato sul suo territorio. Ci sarà tempo per capire come sia stato possibile che a dieci minuti dal centro di Bruxelles nascesse una culla della radicalizzazione in quel di Molenbeek, sobborgo dal quale viene gran parte dei terroristi che il 13 novembre hanno fatto strage a Parigi. Al momento c’è solo da mettere in fila una lunga serie di accuse e rimpalli sugli attentati di martedì scorso. Dunque esiste persino qui una procedura d’urgenza che in caso di attacco a «obiettivi sensibili» prevede la chiusura immediata della metropolitana e delle stazioni dei treni. Ma dopo la prima esplosione all’aeroporto, per 73 minuti non è avvenuto nulla. Il ministro dell’Interno Jan Jambon sostiene che l’ordine era stato dato per tempo. Sncb e Stib, le società che gestiscono le due infrastrutture, sostengono di non aver ricevuto alcuna comunicazione. Il blocco graduale degli scali ferroviari è avvenuto solo alle 9.45 a causa delle pressioni fatte dalla polizia. Peggio ancora con la metropolitana, dove secondo Stib la chiusura è stata diretta conseguenza dell’esplosione avvenuta alle 9.11 alla fermata di Maalbeek. Per il ministro invece tutto era già stato deciso alle 8.50, con l’ordine di evacuazione diramato alle 9.04. Intanto la polizia dell’aeroporto di Zaventem, che anche oggi rimarrà chiuso, minaccia lo sciopero se le misure di sicurezza non saranno rese più severe, in contrasto con la posizione del governo federale, che non ha previsto alcun cambiamento. Anche gli scontri provocati a Pasqua da teppisti di ultra destra in place de Bourse hanno fornito lo spunto per liti furibonde. L’influente sindaco Yvan Mayeur non ha usato giri di parole. «Ci sono persone che non si prendono mai le loro responsabilità». Jambon risponde di aver dato istruzioni alle autorità locali per contenere eventuali atti di teppismo. Mayeur replica dicendo che il ministro «mente con il consueto aplomb da bugiardo». Noi italiani diremmo che è in corso una gara di scaricabarile quando invece ci sarebbe da farsi domande su realtà come Molenbeek e dintorni. Ovunque si trovino la ragione o il torto, non è un bello spettacolo.