La vicenda
Il ministero dei Beni Culturali ha stanziato 300 milioni di euro per un piano sicurezza antiterrorismo. Gli obiettivi: garantire l’incolumità dei visitatori e migliorare la vigilanza sui siti monumentali
Per ragioni di sicurezza, l’elenco dei primi 20 siti in cui è stato attivato il piano (su un totale di 4.588 censiti dal Mibac) non è stato diffuso integralmente La lista comprende Colosseo, Uffizi, Pompei, la Reggia di Caserta, l’Accademia di Brera, la Galleria Accademica di Venezia, Capodimonte
I due livelli
Il primo livello del piano scatta in caso di attacco terroristico: prevede una task force organizzata dalle prefetture d’Italia, in coordinamento con le forze dell’ordine. Il secondo livello agisce sulla vigilanza: nuovi metal detector, più telecamere e controlli
L’allarme terrorismo ha raggiunto i beni culturali. O, potremmo dire, ha raggiunto soprattutto i beni culturali, visto che per definizione i luoghi d’arte sono presi d’assalto ogni giorno da migliaia di visitatori. Facile che diventino preda e bersaglio dei terroristi. In particolare nei giorni delle festività, soprattutto adesso che stiamo andando incontro alla bella stagione.
Ecco quindi che è scattato un solido piano di sicurezza. Lo hanno messo a punto al ministero dei Beni Culturali e lo hanno chiamato: «Progetto speciale di sicurezza nazionale». Si articola su due livelli, entrambi mirati a garantire l’incolumità dei visitatori di siti archeologici e musei.
Il primo livello del piano Aumentano i controlli dei beni artistici E in caso di attacco scatta la task force
scatta in emergenza, in caso di attacco terroristico. Prevede l’istituzione di una task force organizzata dalle prefetture d’Italia, in coordinamento con i soprintendenti e con i direttori dei musei.
Il secondo livello è stato programmato e finanziato con 300 milioni spalmati su tre anni, fino al 2018 con il fondo tutela del patrimonio. «Cinquanta milioni di questo finanziamento abbiamo già cominciato a spenderli», dice Antonella Recchia che è il segretario generale del ministero dei Beni Culturali, quindi al comando della cabina di regia di questo piano.
È la stessa Recchia a spiegare: «Abbiamo attenzionato i siti dei beni culturali che abbiamo valutato più a rischio: sono in tutto una ventina. E su questi abbiamo moltiplicato le misure di sicurezza: raddoppiata la vigilanza, fatto intervenire polizia e carabinieri, installato metal detector, moltiplicate le telecamere. La videosorveglianza si svolge
I luoghi d’arte più presidiati
Brera