Corriere della Sera

Le previsioni

- Fabrizio Caccia

Il sindaco di Pozzallo: «È già chiaro che il 2016 sarà un anno record per gli sbarchi»

I Paesi di provenienz­a

ITALIA

Gli arrivi Gen Feb

Mar se è vero che nel 2015 si registrò una lieve flessione (il nove per cento in meno) rispetto al 2014, ecco che l’anno in corso rischia di far esplodere davvero la «Central Mediterran­ean Route», mettendo di nuovo l’Italia di fronte a un’emergenza umanitaria.

I posti per l’accoglienz­a

Secondo il Financial Times, a partire dal 20 marzo scorso, il giorno in cui è entrato in vigore l’accordo dell’Unione Europea

2016

GRECIA con la Turchia, gli arrivi quotidiani in Grecia — dal 20 al 26 marzo — sono precipitat­i da 930 a 78 unità. Chiara la preoccupaz­ione di tanti migranti di doversi poi fare a ritroso l’Egeo e ritrovarsi così punto e a capo in Turchia. Dopo le vacanze di Pasqua, perciò, al Viminale si comincerà da subito ad analizzare i nuovi scenari: per siriani, iracheni e afghani la nuova rotta potrebbe essere rappresent­ata da un volo per Tunisi, Algeri o il Cairo,

ingressi al giorno oggi

TURCHIA

L’evoluzione per raggiunger­e poi via terra la Libia e di lì imbarcarsi per la Sicilia. Oppure per chi è già in Grecia, ma si trova davanti la rotta ormai chiusa dei Balcani, passare per l’Albania e attraversa­re l’Adriatico. «Finora però — dicono al Viminale — dall’Albania non è arrivato nessuno. E in Sicilia i siriani non sono ancora ricomparsi...».

In effetti, in base ai dati in possesso del Dipartimen­to immigrazio­ne, i flussi del 2016 2016

vedono in testa i migranti arrivati dalla Nigeria (2.426), poi Gambia ( 1.948), Senegal (1.373), Costa d’Avorio e Mali. Altro fronte sensibile è quello dell’accoglienz­a: sono 108.521 i migranti ospitati (al 24 marzo 2016) in Italia. E il timore è che la rete dei centri già esistenti rischi di saltare. Ieri la protesta dei migranti è scoppiata nel centro di prima accoglienz­a di Palermo a causa del sovraffoll­amento, tanto che è dovuto intervenir­e il reparto mobile della polizia: «La situazione è già al collasso — lancia l’sos il segretario del Silp Cgil, Daniele Tissone —. La mancanza di idonee strutture deputate all’accoglienz­a è un tema urgente che oggi si ripropone».

I finanziame­nti

Eppure, dice Emiliano Abramo di Sant’Egidio, la situazione va migliorand­o notevolmen­te, «se pensiamo che le commission­i territoria­li hanno abbattuto i tempi d’attesa e ora sono in grado di convocare i migranti anche dopo un mese per decidere sulla concession­e o meno della protezione internazio­nale, mentre prima passavano anche due anni...».

La rete italiana è composta oggi da 14 centri di accoglienz­a, 5 centri di identifica­zione ed espulsione, 1.861 strutture temporanee e 430 progetti per richiedent­i asilo e rifugiati. Tra le regioni, la Lombardia è quella che accoglie più migranti di tutte (oltre 14 mila presenze), seguita dalla Sicilia (oltre 12 mila) e Lazio (oltre 8 mila). Fanalini di coda: Molise, Basilicata e Valle d’Aosta.

Sono 4 gli hotspot, i «punti caldi» dove i migranti appena sbarcati vengono fotosegnal­ati: Trapani, Taranto, Lampedusa e Pozzallo. Altri due, uno in Sicilia, l’altro a Cagliari — dicono al Viminale —, apriranno nei prossimi mesi. Così come verrà potenziata, forse, la flotta della Guardia Costiera per i salvataggi in mare e sarà ampliato il centro di Pozzallo: «Lo spero — conclude il sindaco Ammatuna —. Perché noi qui facciamo da anni tanta accoglienz­a, ma non abbiamo mai ricevuto un centesimo. Invece a Lampedusa, se non ho capito male, sono già stati dati 20 milioni di euro. Mica bruscolini...».

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