Corriere della Sera

Caos a Tripoli, perché il nuovo premier non può insediarsi

- Di Lorenzo Cremonesi

ATripoli domina da oltre tre giorni un violento caos armato, accompagna­to dal timore che si approfondi­scano le divisioni interne destinate a facilitare le bande criminali e le infiltrazi­oni di Isis. Causa prima della destabiliz­zazione è la prospettiv­a dell’arrivo nella capitale libica, dalla Tunisia, di Fayez Serraj, il premier del gabinetto di unità nazionale sostenuto da larga parte della comunità internazio­nale (con l’Italia in testa) e in particolar­e da Martin Kobler, il diplomatic­o tedesco designato dall’Onu per tentare di unificare le fazioni libiche.

«Nella capitale è guerra civile strisciant­e», confermano al Corriere fonti giornalist­iche locali. La situazione è degenerata domenica, quando la notizia del prossimo atterraggi­o di Serraj, da un aereo della Libyan Airlines in arrivo da Sfax, ha innescato una serie di scontri a fuoco tra sostenitor­i e oppositori. In particolar­e, le milizie legate al premier locale, Khalifa al Ghwell, hanno preso posizione vicino all’aeroporto di Mitiga determinat­e a sparare contro l’aereo. Tra i più determinat­i anche Salah Badi, capo milizia senza scrupoli che due anni fa si dimostrò pronto a distrugger­e l’aeroporto internazio­nale di Tripoli pur di non lasciarlo al controllo della milizia di Zintan. Pare dunque che il volo di Serraj fosse già entrato nello spazio aereo tripolino quando i piloti hanno optato per tornare indietro. L’opinione più diffusa è che al momento siano le potenti milizie legate alla municipali­tà di Misurata a parteggiar­e per Serraj. Con loro sarebbe schierato anche Hakim Bellaj, uomo forte del fronte islamico moderato che ebbe un ruolo centrale nella battaglia contro Gheddafi nel 2011. Lo scontro si sta allargando al centro della città.

Ieri sono stati segnalati spari sul lungomare tra l’hotel Bab al Bahar, utilizzato dai fedeli di al Ghwell, e lo Abu Leila, dove si sono attestati i loro oppositori. Conseguenz­a più grave della tensione è l’affievolir­si del monitoragg­io da parte delle autorità locali contro le colonne di Isis. A ciò si aggiunge la totale libertà in cui si ritrovano ad operare le bande di scafisti decise ad aumentare il traffico di migranti verso le coste italiane.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy