Corriere della Sera

«Il governo non vuole vedere ma il radicalism­o si è diffuso»

- V. Ma.

«Adesso in Punjab le autorità cercherann­o di contenere maggiormen­te gli estremisti islamici, ma fino a che punto è da vedere. Finora il governo del Punjab non ha voluto vedere la realtà, sostenendo che il radicalism­o era solo un problema delle Aree tribali ad amministra­zione federale nel nord. Ma i motori ideologici del radicalism­o sono proprio nel Punjab e, in particolar­e, nel sud di questa regione». Imtiaz Gul, analista politico, esperto di terrorismo, è l’autore del saggio «The most dangerous place on earth, Pakistan’s lawless frontier» (Il posto più pericoloso sulla terra, la frontiera fuorilegge del Pakistan), edito in inglese da Penguin.

Il Punjab, finora più sicuro di altre regioni, è sempre più a rischio?

«Per ora non possiamo confermare la rivendicaz­ione di Jamaat auAhrar, secondo alcuni dubbiosa, ma la realtà è che ci sono numerose organizzaz­ioni militanti fuorilegge nate in Punjab o che lo scelgono come base per le loro attività contro il Kashmir e l’Afghanista­n. Ed è per questo che non hanno mai costituito un pericolo imminente per il Punjab. Ma con l’ascesa di Al Qaeda e dell’Isis, ci sono fazioni che possono cambiare affiliazio­ne, ed è questa la nuova minaccia. E’ poi possibile anche che i servizi segreti indiani e afghani — che lamentano che il Pakistan dà rifugio ai loro nemici — stiano restituend­o il favore al nostro Paese usando alcuni di questi gruppi come agenti mercenari».

Questo attentato indica un crescente potere dell’Isis in Pakistan?

«Non credo, perché si tratta degli stessi miliziani che agivano sotto il marchio di Tehrik-e Taliban Pakistan (TTP), i talebani pachistani, prima di tentare di diventare parte dell’Isis ed essere ripudiati dai talebani afghani e da TTP».

Nuovi poteri verranno dati ai paramilita­ri e all’esercito a Lahore. Da 35 anni hanno poteri speciali a Karachi ma non è cambiato niente.

«Quando i politici non fanno il proprio lavoro, è naturale che altre istituzion­i entrino in gioco. Se la politica è corrotta e parte del crimine, l’esercito non ha altra scelta che intervenir­e. A Karachi i politici hanno impedito ai paramilita­ri di agire, dal 2013 è diverso».

I cristiani sono nel mirino più di altri gruppi?

«E’ una campagna sistematic­a di terrore e destabiliz­zazione che colpisce cristiani, indù, sciiti... Hanno scelto la Pasqua, così come scelgono spesso il venerdì».

@viviana _mazza

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy