Corriere della Sera

«Diventò un killer del Mossad» La vera storia dell’SS del Duce

- Di Paolo Salom

«Abbiamo stretto un patto con il diavolo». Questo il pensiero degli agenti del Mossad che nei primi mesi del 1962 riuscirono a «persuadere» Otto Skorzeny — l’ex ufficiale delle SS che liberò Mussolini dal Gran Sasso — a diventare non solo un preziosiss­imo informator­e per il servizio di intelligen­ce del neonato Stato ebraico ma, addirittur­a, un killer capace di eliminare gli scienziati tedeschi che allora si erano messi al servizio del Paese considerat­o il nemico numero uno di Israele: l’Egitto. I particolar­i di come sia avvenuto un simile incontro — una spy story degna di Hollywood — sono raccontati dall’americano The Jewish Forward e dall’israeliano Haaretz. Non è la prima volta che l’episodio viene alla luce. Tanto che persino Benny Morris lo ha citato nel suo saggio «Mossad» (Rizzoli, 2003), ma senza riuscire a rivelare il ruolo di assassino di Skorzeny che gli autori del lungo e dettagliat­o articolo, Dan Raviv e Yossi Melman, hanno potuto riscontrar­e grazie alle loro fonti nel segretissi­mo «Istituto».

Antefatto. Otto Skorzeny, allora 35enne capitano delle SS, nell’estate del 1943 fu incaricato personalme­nte da Hitler, di cui sarebbe diventato un pupillo, di liberare il Duce, imprigiona­to a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, per ordine di Badoglio. L’operazione Quercia ebbe luogo il 12 settembre: l’ufficiale nazista scese con una formazione di alianti sull’altipiano. Con lui cento paracaduti­sti che non trovarono reazione tra gli italiani. Mussolini era libero, pronto a iniziare la tragica epopea della Repubblica sociale; Skorzeny, da quel momento, un eroe e non più capitano: ma tenente colonnello. Le vicende della guerra lo portarono ovunque in Europa. Fu poi processato dagli americani ma riuscì a fuggire, aiutato da complici, e a rifugiarsi in Spagna. Nell’estate 1943 Otto Skorzeny (al centro con il binocolo), allora 35enne capitano delle SS, fu incaricato personalme­nte da Adolf Hitler di liberare Benito Mussolini (accanto a lui nella foto) che era stato imprigiona­to a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, per ordine di Pietro Badoglio: l’operazione Quercia ebbe luogo il 12 settembre

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