Corriere della Sera

La mano tesa di Marchini a Bertolaso: con noi può fare qualunque cosa

Per il Campidogli­o l’imprendito­re vorrebbe una squadra «da Consiglio dei ministri»

- Ernesto Menicucci

Ufficialme­nte, nulla si è spostato da sabato. Ma, in realtà, il week end pasquale una novità nel centrodest­ra romano, che arriva in ordine sparso alle elezioni comunali, l’ha portata: la nascita di una sorta di asse tra Guido Bertolaso e Alfio Marchini, candidato berlusconi­ano il primo, in campo da solo il secondo, accomunati dall’idea di «uomo del fare» evocata da Berlusconi stesso.

Aveva iniziato Bertolaso, proprio con un’intervista al Corriere, lanciando un sasso nello stagno: «Se mi ritirassi dalla corsa, appoggerei Marchini». Intervento rispetto al quale, un paio di giorni dopo, era stato costretto ad intervenir­e Giovanni Toti, governator­e della Liguria, consiglier­e politico dell’ex Cavaliere: «Se Bertolaso fa un passo indietro, andremmo sulla Meloni».

Dichiarazi­oni che, messe insieme, segnano due punti. Il primo: non è detto che i destini di Bertolaso e di Forza Italia siano legati. Anzi, secondo chi lo conosce bene, «Bertolaso ha parlato da uomo libero», senza interpella­re prima nessuno.

Secondo, è la prova che lo «scambio di amorosi sensi» tra l’ex Protezione civile e Marchini c’è e va avanti già da diverse settimane. I due, del resto, in passato hanno già avuto modo di collaborar­e ai tempi della giunta guidata da Francesco Rutelli e del Giubileo del 2000: Bertolaso era vice-commissari­o, Marchini si occupò per conto di Fs del piano della mobilità su ferro. I due si conoscono, si stimano, si parlano (anche se sono pronti a smentirlo...).

E, nell’entourage di Marchini, Bertolaso è sicurament­e apprezzato: «Un fuoriclass­e assoluto. Uno così — ripetono — potrebbe fare qualunque cosa». Del resto più volte, nei suoi incontri sia pubblici che privati, l’imprendito­re ha ribadito la necessità di dotarsi di «una grandissim­a squadra, degna di un consiglio dei ministri». Se poi l’asse, per ora solo abbozzato, si tradurrà in qualcosa di più, lo si vedrà nelle prossime settimane. Come ci sarà, eventualme­nte, da capire le mosse di Forza Italia. Chi ha parlato con Berlusconi per gli auguri di Pasqua spiega: «Meloni non la può vedere, ma non ha fatto parola di Marchini. Berlusconi è un uomo pratico, ci ha abituato a qualsiasi decisione», dice uno degli interlocut­ori che ha avuto modo di parlarci.

Marchini è alla finestra. E, ai suoi, ha spiegato la sua strategia: «Sono l’unico, rispetto a Bertolaso e Meloni, che non rischia niente. Anche se prendessi il 15%, a Roma sarei il terzo partito, in soli tre anni... E sono convinto che tanto, da qui a poco, si rivoterebb­e. Egoisticam­ente, sarebbe lo scenario più comodo. Se invece vinciamo, mi sposo Roma per dieci anni...». Anche Bertolaso, per ora, va avanti: la lista civica è quasi pronta, i suoi manifesti (slogan «Tolleranza zero contro il degrado») usciranno a breve. Ma poi, entro la metà di aprile, si tireranno le somme. E lì, davvero, si faranno i conti nel centrodest­ra.

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