Banche, sui rimborsi soluzione in arrivo
Il governo vuole ristori più generosi. Si tratta ancora con la Ue. Domani la scadenza prevista dalla Stabilità
ROMA Si avvicina il rimborso per gli obbligazionisti subordinati che hanno perso l’intero capitale investito nelle quattro banche messe in risoluzione dal governo. Il negoziato con la Commissione Europea su un nuovo meccanismo di ristoro, più ampio e generoso di quello previsto dalla legge di Stabilità, era già arrivato a buon punto alla fine della scorsa settimana e l’accordo, secondo fonti governative, sarebbe ormai molto vicino. Il nuovo decreto legge per il risarcimento dei risparmiatori potrebbe dunque vedere la luce questa settimana, tenendo conto che il termine previsto dalla Stabilità scade domani.
Le risorse a disposizione dovrebbero aumentare sensibilmente, passando dai 100 già previsti a circa 300 milioni di euro, sempre messi a disposizione dal sistema bancario che si è fatto temporaneamente carico del salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara, in attesa di essere cedute. I criteri di accesso al Fondo, rispetto alla prima versione, sarebbero decisamente ampliati, ma non è chiaro se resteranno gli arbitrati o ci saranno automatismi. Il nuovo decreto sui rimborsi dovrebbe agevolare anche la cessione dei crediti per le imposte differite (per alcune centinaia di milioni) rimasti nella pancia delle banche in liquidazione, ai nuovi istituti nati sulle loro ceneri. I rimborsi anticipati verrebbero restituiti al sistema bancario grazie all’operazione sui crediti per le imposte differite, le eventuali plusvalenze sulla cessione delle 4 nuove banche e quelle, sempre eventuali, sul realizzo dei crediti in sofferenza rimasti nel portafoglio delle banche in liquidazione.
L’amministratore delegato dei 4 istituti nati dopo la risoluzione, Roberto Nicastro, trasmetterà questa settimana l’ « Information memorandum» agli investitori che hanno manifestato interesse al loro acquisto, singolo o in blocco. Tra i potenziali pretendenti ci sono banche italiane (si dice che la Popolare di Bari punti a CariChieti) e straniere, oltre a numerosi fondi di private equity, tra i quali gli americani Blackstone, Oaktree, Lone Star e Apollo, che avrebbe anche presentato un’offerta da 500 milioni per la maggioranza di Banca Carige. Le informazioni sullo stato di salute dei quattro istituti, che comprenderanno anche i dati del bilancio 2105, permetteranno agli interessati di presentare le offerte preliminari non vincolanti, dopo le quali verrà avviata la verifica contabile (la cosiddetta «due diligence») e la cessione vera e propria, attesa per l’estate. Nello stesso tempo si procederà alla valutazione definitiva, che sarà affidata ad un esperto indipendente, dei crediti in sofferenza rimasti in capo alle banche in liquidazione. Anche dalla loro cessione potrà derivare una plusvalenza che, come ha assicurato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan nei giorni scorsi in Parlamento, potrà contribuire al rimborso degli obbligazionisti subordinati rimasti intrappolati nel dissesto delle banche.