La bolla nascosta dei titoli tech Le perdite da Twitter a Fitbit
Le nuove quotazioni hanno deluso: bruciato metà del valore
«Sempre meraviglioso vedere il duro lavoro ricompensato!» aveva twittato il 7 novembre 2013 alle 19.20 @marciadorsey, al secolo madre dell’omonimo Jack. D’altra parte, come dargli torto: il figlio era diventato miliardario da poche ore con la quotazione di Twitter. «Il mercato dei capitali lavora molto bene: abbiamo avuto 44 miliardi di dollari in Ipo quest’anno» aveva cinguettato entusiasticamente Scott Cutler, capo degli annunci globali del Nyse. E, infatti: chi gli ha creduto quel giorno oggi sta perdendo il 40,5% se aveva preso le azioni nel processo di collocamento. O il 62,9% se aveva comprato il primo giorno: acquisti esuberanti, perdite dolorose. Per molti versi sia la «nonna» di Twitter che Cutler avevano ragione, dipende dai punti di vista. È la bolla strisciante delle Ipo tech degli ultimi anni: è esplosa ma facciamo finta di nulla, ormai anestetizzati a Enasarco: la rivoluzione è servita. Per la prima volta dal ‘38 i vertici (il consiglio) saranno eletti. L’ente che si occupa delle pensioni integrative degli agenti di commercio si è distinto negli ultimi anni per scandali e malagestione. Ora le liste sono quattro. Confcommercio, Confesercenti, Confindustria e Confcooperative (per le società mandatarie) e Anasf, Usarci, Fiarc e Fnarc (per gli agenti) hanno messo in piedi una listone unitario — «Insieme per Enasarco» — a cui aderisce anche Fisascat, la categoria del commercio della Cisl. Filcams Cgil va in solitaria. Mentre la Uiltucs, che questi epiloghi. Ma di certo l’antidoto non funziona per chi ha creduto in loro affidando i propri risparmi alle promesse delle prime ore. La moltiplicazione dei pesci e dei pani è un miracolo che si è consumato per pochissimi, chiusi in una stanza.
Non c’è solo Twitter nel libro nero delle ultime Ipo. Larry Summers, per esempio, affermava: «Lending Club ha il potenziale per trasformare profondamente le banche tradizionali nei prossimi dieci anni incontrando il bisogno dei consumatori e delle famiglie». Come non credere al presidente emerito ad Harvard, ex ministro del Tesoro Fitbit, LendingClub, Box e Match Group (Tinder), chi ci ha creduto perde Tranne che per Alibaba mila I potenziali votanti per il rinnovo dei vertici di Enasarco. La consultazione avverrà solo online e si potrà votare dall’1 al 14 aprile Usa, nonché candidato a traghettare la Fed e dunque il dollaro? Non è andata proprio così: lui come azionista ha guadagnato 28 milioni di dollari. Ma la società che offre una piattaforma per i prestiti peerto-peer non ha sicuramente incontrato il bisogno dei risparmiatori: il bollettino di guerra è di una perdita del 48,7% per chi ha partecipato all’Ipo e del 67% per chi è entrato nel primo giorno di contrattazioni. «L’illusione diventa realtà » diceva Gordon Gekko in Wall Street di Oliver Stone, dimenticandosi di specificare che talvolta la realtà rimane a chi vende e l’illusione va a chi compra.
La narrazione continua: «Ci sono più di 200 miliardi di dollari di spesa dei consumatori in salute e benessere. È un mercato enorme e c’è spazio per tutti» aveva detto il ceo dei braccialetti Fitbit James Park pochi giorni prima della sua di Ipo il 18 giugno scorso. Risultato:
Fitbit esprime l’attuale presidente, Brunello Boco (foto), va a braccetto con un gruppo di fuoriusciti dalla Usarci. Poi c’è «Adesso Basta», promossa da Federagenti-Cisal, Ugl, Simedia (intermediari finanziari), Fiaip (agenti immobiliari), Assonova (promotori finanziari dei bancari della Fabi), Ugifai (associazione di categoria degli agenti). L’esito della consultazione è incerto. Il voto sarà solo online con una modalità complessa. Le urne aperte dall’1 al 14 aprile. valore dell’Ipo: 20 dollari. Primo giorno di contrattazioni: 29,68. Ieri: 13,72 dollari. Fate voi i calcoli. Non è un mondo per cassettisti.
Anche a Piazza Affari non è andata diversamente per chi ha puntato su Banzai con l’Ipo del 16 febbraio del 2015: a ieri chi ha partecipato alla quotazione tenendo le azioni sta perdendo oltre il 42%.
Tra i pochi che si stanno salvando ci sono i risparmiatori