I campioni del mondo tra rimonte, polemiche e scandali a luci rosse Com’è lontana Rio
Le inquietudini della Germania sono così profonde che per una volta anche lo storico complesso di inferiorità nei confronti degli azzurri rischia di passare in secondo piano, almeno fino al calcio d’inizio. La squadra di Joachim Loew ha perso sabato sera 3-2 a Berlino contro l’Inghilterra, nonostante vincesse 2-0 fino al 60’ e il numero di partite internazionali dei propri giocatori fosse il triplo di quelle degli inglesi. Per i campioni del mondo la sconfitta non è nemmeno una novità, dato che dopo il trionfo in Brasile hanno perso anche con Argentina, Francia, Stati Uniti (in amichevole) e con Polonia e Irlanda nel girone di qualificazione all’Europeo. I problemi sono in difesa, dove l’inserimento dei giovani rampanti — l’ultimo arrivato è il gigantesco centrale Tah del Leverkusen — procede a rilento. Perché anche se la Loew dice che «l’Italia di Conte gli ricorda la Juve» la Germania non è esattamente il Bayern di Guardiola, che si permette di giocare quasi senza difensori. O di mettere ai margini Mario Goetze, il ragazzo che ha fatto piangere l’Argentina nella finale di Rio, che stasera dopo sei mesi dovrebbe tornare titolare, in attesa di un’estate di mercato molto calda. Anche per Loew, che ha un contratto con la Nationalmannschaft fino al 2018, si parla di un
possibile addio: Arsenal e Real Madrid sono interessati a un tecnico che non ha alcuna esperienza in un club, ma che assieme a Jurgen Klinsmann è stato uno dei grandi protagonisti della rinascita del calcio tedesco. Ma la Germania, che stasera avrà un portiere debuttante (Trapp o Ter Stegen) al posto di Neuer, non sembra più quella di una volta nemmeno nel fussball. La Frankfurter Allgemeine ha turbato la tranquilla Pasqua bavarese entrando a gamba tesa su Loew, ma non solo. Il casus belli è l’esclusione dalle ultime convocazioni dell’attaccante del Wolfsburg, Max Kruse, che fra notti al casinò, video a luci rosse e soldi dimenticati in taxi (75mila euro) ne ha combinate troppe: «Ma questo non vuol dire che sia escluso anche per l’Europeo» ha chiosato il buon Jogi. Per la Faz è un esempio di «tripla morale» e di una mancanza di linee guida «se mai ce ne sono state, nell’era dell’impunità di Loew» in cui è stato accantonato Kruse, mentre «chi ha commesso un reato come Reus che ha guidato per anni senza patente non è stato penalizzato». Senza dimenticare l’alterco in pubblico Podolski-Ballack, la pipì fatta da Grosskreutz nella hall di un albergo e altre amenità. Tutto questo con una Federazione delegittimata negli ultimi sei mesi dalle inchieste sull’assegnazione dei Mondiali 2006, che da Beckenbauer in giù ha travolto tutta la vecchia classe dirigente. Il calcio dei giovani campioni del mondo, degli stadi pieni e dei bilanci in ordine mostra qualche ruga. E trovarsi di fronte l’Italia non aiuta: «Siete la nostra bestia nera — dice Khedira —. Ma magari ci scontriamo all’Europeo. E stavolta vinciamo noi». Per riportare la spensieratezza del Mondiale vinto però potrebbe non bastare.