Il reporter scagionato dal telefono fisso «Sono innocente e odio quelli dell’Isis»
Fayçal Cheffou ritorna nella sua casa a Maelbeek. I vicini: è un tipo paranoico
Quando chiedi dell’inquilino del terzo piano sogghignano. E accelerano il passo. «Beh, certo non è simpatico». Così la signora Caterine, all’ammezzato. «Un tipo paranoico» taglia corto la greca Mylona, che abita sotto di lui. Chissà che spasso le riunioni di condominio per Fayçal Cheffou, stragista per tre giorni prima di essere scagionato dalla procura federale. Con vicini di casa così, chi ha bisogno di nemici.
Anche il palazzo dove abita l’ex uomo con il cappello faceva parte delle «prove» raccolte dalla polizia contro di lui. Non siamo nella solita Molenbeek, dove pure ieri si è rifugiato, dai genitori e dalla sorella, ma davanti alla sede del Consiglio europeo, a pochi metri di stanza dalla fermata di Maelbeek. I pareri Ma un giornale scrive che sul suo cellulare sarebbe stata trovata la foto di un detonatore tempo stesso lamenta l’accanimento dei media internazionali. E ogni giorno ha la sua pena. Il 16 marzo, sei giorni prima degli attacchi di Bruxelles, l’Fbi aveva trasmesso informazioni sui precedenti criminali e sulla radicalizzazione dei fratelli Bakraoui alla polizia olandese, che li aveva poi girati ai colleghi belgi. Il clima non aiuta la presunzione di innocenza e neppure certi dettagli di pubblico dominio. Il quotidiano La Capitale riferisce che sul cellulare di Cheffou sarebbe stata ritrovata l’immagine di un detonatore, e proprio dall’indagine su di lui gli investigatori sarebbero risaliti all’appartamento di Schaerbeek dove sono state fabbricate le bombe di Bruxelles. «Credo che a causa dei suoi precedenti e delle sue frequentazioni ci sia un pregiudizio» dice Martins. «Ma il passato non conta». A proposito, l’avvocato conferma di aver difeso per reati comuni anche Brahim Abdeslam, fratello di Salah, il terrorista che a Parigi si fece saltare in aria davanti a un locale dell’undicesimo arrondissement. Ma questo non è un indizio, si chiama stato di diritto.
L’indiscrezione