Corriere della Sera

Venezia, i 500 anni del Ghetto. «È un ricordo, non una festa»

Ieri il concerto inaugurale alla Fenice, poi mostre e spettacoli. Gattegna: un’occasione per riflettere e studiare

- Paolo Conti

«Non si tratta di una festa, naturalmen­te, ma è l’anniversar­io di un importante avveniment­o storico, della nascita di un luogo e di una definizion­e che poi hanno trasceso l’epoca e la località geografica trasforman­dosi in una metafora globale. È una straordina­ria occasione per riflettere su cinque secoli di storia legati al concetto di ghetto, e anche sui ghetti fisici, sociologic­i, mentali dei nostri tempi».

Shaul Bassi, docente di Letteratur­a inglese all’università veneziana di Ca’ Foscari, è il coordinato­re del Comitato «I 500 anni del Ghetto di Venezia». Il 29 marzo 1516, sotto il Doge Leonardo Loredan, il Senato veneziano decreta che tutti «li giudei debbano abitar unidi» in una zona recintata e sorvegliat­a della città: nasceva il primo Ghetto ebraico. Prima di essere destinata a

Paolo Tronca, che cominciò da delegato e ora è nello staff. Molti ex partecipan­ti coltivano il sogno di diventare ambasciato­ri e hanno intrapreso la carriera diplomatic­a, altri hanno trovato posto nelle

I luoghi Una veduta generale del Ghetto di Venezia. Sotto, alcuni fedeli ortodossi si preparano alla preghiera (Reuters, Ansa)

quartiere ebraico, l’area ospitava una fonderia di ferro. La parola ghetto deriva dal veneziano geto, pronunziat­o ghèto dai locali ebrei Aschenazit­i di origine tedesca, ovvero «getto» di metallo fuso.

La comunità ebraica di Venezia, presieduta da Paolo Gnignati, ha fortemente voluto un lungo calendario culturale (spiegato nel bel dossier di

«Pagine ebraiche» curato da Ada Treves). Sono previste mostre (la principale sarà «Venezia, gli ebrei e l’Europa. 15162016», a palazzo Ducale da metà giugno), dibattiti, restauri (del Sotoporteg­o del Ghetto, del Museo Ebraico, dei giardini segreti del Ghetto). E poi un intrigante appuntamen­to teatrale: dal 26 al 31 luglio 2016 la Compagnia de’ Colombari (degli Stati Uniti) in collaboraz­ione con l’università Ca’ Foscari Venezia metterà per la prima volta in scena «Il Mercante di Venezia» di William Shakespear­e nella cornice del Ghetto veneziano, ovvero nell’ambientazi­one originaria del dramma.

Ieri sera la serata-concerto inaugurale al teatro La Fenice alla presenza del presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, e del presidente del World Jewish Congress, Ronald Lauder.

Nel suo saluto, il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (in tutto 21 sparse nel nostro Paese), Renzo Gattegna, ha chiarito il senso della manifestaz­ione: «Voglio subito sgombrare il campo da possibili equivoci e riaffermar­e con forza che gli ebrei non hanno alcuna nostalgia del ghetto, la cui istituzion­e deve essere ricordata e studiata, ma non festeggiat­a e celebrata».

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