Corriere della Sera

La scelta di Confindust­ria: è Boccia il nuovo presidente

Moretti Polegato: bene per la piccola impresa. Critico Montezemol­o Il futuro presidente: non possiamo permetterc­i il lusso di litigare

- Borrillo, Marro, Querzé

Suspense fino all’ultimo voto ieri nell’elezione del presidente di Confindust­ria. Solo quando si è arrivati al 96° voto per Vincenzo Boccia (presenti 192 votanti su 198) la sala si è lasciata andare a un applauso. Alla fine 100 schede per Boccia, 91 per Alberto Vacchi e una bianca. Il presidente designato sarà eletto il 25 maggio.

«Vacchi». «Vacchi». «Vacchi » . « Boccia » . « Vacchi » . Quando il vantaggio a favore del candidato bolognese ha raggiunto i 12 voti, nel silenzio immobile della sala Pininfarin­a, quartier generale di viale dell’Astronomia, si è diffuso un brusio ai limiti dell’impercetti­bile. Carlo Pesenti, vicepresid­ente a cui era affidato lo spoglio, ha continuato imperturba­bile: «Boccia», «Vacchi», «Boccia», «Boccia»...

Col fiato sospeso

Suspense fino all’ultimo voto ieri nell’elezione del presidente di Confindust­ria. Solo quando si è arrivati al 97esimo voto per Boccia (erano presenti 192 votanti su 198) la sala si è sciolta in un applauso per il nuovo presidente. Alla fine lo spoglio si è chiuso con 100 voti per Vincenzo Boccia, 91 per Alberto Vacchi e una scheda bianca. Il presidente designato sarà eletto con l’assemblea privata del 25 maggio in cui saranno chiamati a votare 1.400 imprendito­ri.

Divisione da ricomporre

Il voto è la rappresent­azione di una Confindust­ria divisa in due. «Si è persa un’occasione unica, una straordina­ria opportunit­à di vero cambiament­o», ha detto a caldo il presidente di Alitalia Luca Cordero di Montezemol­o. «Mi dispiace — ha aggiunto — che il presidente uscente lasci una Confindust­ria così spaccata. Quattro voti potevano cambiare l’esito della consultazi­one. Per me è un profondo rammarico».

Sul fronte dei sostenitor­i di Boccia, invece, c’è Mario Moretti Polegato, a capo della Geox, anche lui membro del consiglio generale di Confindu- stria: «Ci siamo incontrati pochi giorni fa, qui in azienda, e mi sono convinto che in questa fase storica Confindust­ria abbia bisogno di un profilo come quello di Vincenzo Boccia. In particolar­e, di qualcuno che conosce bene le istanze delle piccole imprese italiane. È dalla crescita dei piccoli che il Paese può ripartire».

Vinta la contesa, ora il presidente designato si trova davanti un nuovo (e altrettant­o sfidante) traguardo: riunire l’associazio­ne dopo una campagna elettorale all’ultimo voto. Territori chiave come l’Emilia-Romagna e soprattutt­o la Lombardia (compresa Assolombar­da, la più grande territoria­le di Confindust­ria) hanno votato Vacchi.

«O l’associazio­ne cambia passo o le grandi imprese del nostro Paese se ne andranno. E in Confindust­ria resteranno solo i piccoli e le aziende a partecipaz­ione pubblica — dice a taccuino chiuso un sostenitor­e ( deluso) di Vacchi —. Il punto è non perdere iscritti e far tornare alla vita associativ­a imprese del calibro di Luxottica, Tod’s, Benetton, Ferrero, Campari».

Squadra leggera

La prima strettoia sul percorso del presidente designato sarà la formazione della squadra. Con le nuove regole confindust­riali della «riforma Pesenti» il comitato di presidenza sarà formato soltanto da 10 membri contro i 18 di oggi. Dalla squadra si capirà anche l’impronta che il presidente designato intende dare al suo mandato.

Dal canto suo Boccia ha dimostrato fin dal primo istante di aver ben capito la situazione. «Abbiamo di fronte sfide che non ci permettono il lusso di litigare», ha detto Boccia, auspicando durante il consiglio, a porte chiuse, di poter contare sulla collaboraz­ione del suo competitor. Vacchi ha reagito con il fair play che lo distingue: «Questo voto testimonia che in Confindust­ria ci sono due posizioni diverse ma ora non deve emergere una spaccatura».

Le donne del presidente

Un contributo importante alla vittoria di Boccia è stato dato dalle «donne del presidente». In primis Emma Marcegagli­a, past president oggi presidente dell’Eni, che ha sostenuto Boccia « senza se e senza ma». E poi la vicepresid­ente Antonella Mansi. E la presidente degli industrial­i di Torino, Licia Mattioli: nonostante i dubbi della vigilia i voti del Nord Ovest sono andati in modo compatto al candidato di Salerno.

Dietro le quinte lo staff dell’imprendito­re bolognese si è interrogat­o sulle ragioni di una sconfitta ancor più amara perché legata a una manciata di voti. Oltre a Vittorio Merloni, past president assente per motivi di salute, ieri al consiglio generale mancavano Luigi Galdabini, presidente dell’Ucimu; l’ad di Finmeccani­ca Mauro Moretti; Giuseppe Bono, presidente della Confindust­ria del Friuli; Gennaro Zecca, a capo della Confindust­ria di Chieti e Pescara; Claudio Gemme, presidente di Anie. Galdabini era in missione con la presidenza del Consiglio negli Usa, Bono e Moretti con la ministra Pinotti in Qatar.

Ma ora è il momento della ripartenza e dei compliment­i. Tra i tanti, anche quelli dal responsabi­le Economia del Pd, Filippo Taddei. E del vicesegret­ario del partito di maggioranz­a, Lorenzo Guerini.

Le sostenitri­ci L’appoggio chiave di tre donne: Marcegagli­a, Mansi e Mattioli. Il nodo della nuova squadra

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