Corriere della Sera

Parla Ahmed Miitig, il vice di Serraj

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«Abbiamo quattro obiettivi immediati. Primo: aiutare la gente a rientrare nelle proprie città, nelle proprie abitazioni, normalizza­re la situazione. Secondo: anche con l’aiuto della comunità internazio­nale procedere a rimettere in piedi le strutture istituzion­ali, con riforme moderate e condivise. Terzo: dare sicurezza e operativit­à piena alla Banca centrale e al Noc, la National oil company, i due pilastri dell’economia dello Stato. Quarto: iniziare la guerra all’Isis, per scacciarli dal nostro Paese, possiam o gi à di r e ch e l’85% dell’esercito della zona occidental­e che ancora fanno resistenze o ci rivolgono delle minacce».

Eppure il governo non riconosciu­to di Tripoli ha chiuso l’aeroporto per non farvi atterrare, ha minacciato di arrestarvi, conta ancora su un sostegno armato: «Ripeto, non siamo contro nessuno e il nostro auspicio è che tutto avvenga in modo pacifico, nella notte abbiamo già avuto colloqui con quasi tutti i ministri di Tripoli, Esteri, Economia, Finanze e Interni, sono tutti disponibil­i a passare con noi, stiamo già lavorando insieme, anche uno dei vicepremie­r di Ghwell è con noi. Prima del nostro arrivo è stato fatto un gran lavoro, durato almeno un paio di mesi, oggi l’85% dell’esercito di Tripoli è schierato con noi ed è una grande risultato». Per inciso, sembra che il premier del governo non riconosciu­to di Tripoli, Ghwell, si sia ritirato dentro una caserma e abbia lasciato il palazzo presidenzi­ale, dove già oggi potrebbero insediarsi Serraj e i suoi vice.

Cosa chiederete alla comunità interazion­ale, quando inizierà la missione Liam, ovvero quell’operazione di assistenza istituzion­ale, economica, e anche militare, che le Nazioni Unite, insieme a una trentina di altri Paesi, fra cui l’Italia, che ne dovrebbe avere la guida, hanno programmat­o da tempo? A questo punto Miitig cambia voce, è il punto più delicato di tutta la vicenda, dice che sta per entrare in una nuova riunione con il resto del Consiglio presidenzi­ale, più o meno negli stessi frangenti il capo della polizia di Tripoli si è schierato con il Consiglio, ha requisito e messo a disposizio­ne il palazzo governativ­o: «Stasera abbiamo una riunione con la Banca centrale e con il Noc, siamo ancora ai primi

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