«Contratti, no al modello Federmeccanica»
Il leader della Fiom, Landini: anche per noi si pone il tema di più democrazia
grafico è almeno tra le medie), innovatore in un settore maturo, meridionale. Nella storia di Confindustria c’è stato solo un altro presidente del Sud: Antonio D’Amato, eletto nel 2000, anch’egli campano ma molto diverso da Boccia, tanto che non lo ha sostenuto nella corsa alla presidenza: rappresentante della grande impresa e napoletano, D’Amato; paladino della piccola industria e della provincia, Boccia. Di quella Salerno che, dopo il presidente di Regione, si è presa un’altra bella soddisfazione nei confronti dei delegati. Il tema dell’allargamento della democrazia nel sindacato non è chiuso».
Lei è per le primarie?
«Non ho proposto le primarie, ma che gli iscritti contino di più nelle scelte della Cgil».
Dica la verità, lei tifava per l’altro candidato, Alberto Vacchi, che conosce bene.
della capitale del Sud.
Le origini di Orazio, il capostipite, sono umilissime. E questa forse è la sua più grande discontinuità, anche se nella storia dei presidenti di Confindustria non sono mancati figli di artigiani, come Luigi Lucchini. Orazio rimase orfano a 12 anni, quando morì il padre, scaricatore al porto di Salerno. E dopo lo sbarco degli americani, nel ‘44, Orazio si diede da fare anche come lustrascarpe. Lo sciuscià, nella sua disgrazia, ebbe anche un colpo di fortuna: quello di incontrare in orfanotrofio perché non pensiamo che i problemi si risolvano cancellando il contratto nazionale. Pensiamo che bisogna innovarli e ridurne il numero, ma i livelli devono restare due: nazionale e decentrato, sapendo che c’è un problema di produttività legato a bassi salari e scarsi investimenti».
I salari non si aumentano col contratto nazionale legato ai prezzi, visto che c’è deflazione, ma distribuendo la ricchezza in azienda
Mauro Maccauro presidente degli Industriali di Salerno I suoi migliori amici sono gli imprenditori come lui: ci incontra ogni sabato alle 12 nella sua azienda La sua intuizione? L’opportunità Internet anni, hanno potuto partecipare tutte le sigle, la Fiom ha preso più voti e il 40% dei rappresentanti. Propongo agli altri sindacati di eleggere anche le Rsu e che gli accordi siano sottoposti al voto dei lavoratori, come prevedono le regole Cgil, Cisl e Uil. Quanto a Marchionne, le critiche non sono state mai personali, ma sulla scelta di uscire dal contratto, peggiorare le condizioni di lavoro e sulle scelte industriali. Fca resta il decimo gruppo automobilistico, con il debito più alto e gli investimenti più bassi. La Fiom in Fiat si è dovuta difendere e siamo dovuti arrivare alla Corte costituzionale per farci riconoscere i diritti».
La Fim si è alleata con l’Associazione dei quadri. Sono così il primo sindacato. La Fiom è ancora più sola?
«Prendo atto, ma se sto al voto sui rappresentanti per la sicurezza la Fim resta il secondo sindacato pur mettendosi assieme ai quadri. Osservo poi una contraddizione. Dai lavoratori viene una domanda di sindacato confederale e non di sindacato aziendale».