Lusi, condanna anche in appello Rutelli esulta: «È malvagio»
ROMA La pena è stata ridotta di un anno, ma Luigi Lusi è colpevole anche per i giudici della Corte d’Appello di Roma. L’ex tesoriere della Margherita, accusato di aver sottratto dalle casse del suo partito quasi 25 milioni di euro, dovrà scontare sette anni di reclusione invece di otto, per la riduzione di pena legata a due episodi di appropriazione precedenti al 2008. La notizia è stata accolta «con gioia» da Francesco Rutelli, che della Margherita è stato fondatore e presidente: «La piena vittoria anche in Corte d’Appello riafferma l’onore di un partito importante, formato da persone perbene. E dà a me nuovo riconoscimento della totale onestà di tutta la mia vita pubblica». Nell’estate del 2012, per due volte, Lusi aveva dichiarato di essere stato spinto a compiere «talune operazioni» dal leader della Margherita, ma i giudici ancora una volta hanno creduto al presidente del partito e non a lui. «L’ex tesoriere si è trasformato in un ladro e in un calunniatore — è il commento di Rutelli — Abbiamo affrontato questa grave situazione con determinazione e trasparenza, ottenendone la condanna penale, il sequestro e oggi la confisca di tutto il maltolto». I vertici della Margherita hanno deciso di devolvere il patrimonio sottratto al ministero dell’Economia, che ha già ricevuto in donazione 6,5 milioni di euro. «Severa e limpida è la conferma della condanna di Lusi per calunnia contro di me — conclude Rutelli —. Una malvagità che ha provocato tante sofferenze». La camera di consiglio è durata mezz’ora soltanto. E quando i giudici della terza sezione penale di Roma hanno letto la sentenza Lusi è rimasto impietrito, poi si è seduto accanto ai familiari. La moglie Giovanna Petricone, accusata di aver intascato 3,6 milioni sottratti dal marito, ha patteggiato un anno di pena. Soddisfatto anche l’avvocato di Rutelli, perché la Corte d’Appello ha riconosciuto che le dichiarazioni rese da Lusi tra le indagini e il processo sono del tutto false: «La sentenza riconferma tutte le ragioni di Rutelli, prima vittima delle ruberie e delle calunnie di Lusi».