Corriere della Sera

Roma, Marino non corre E Berlusconi striglia Bertolaso: squadra più forte, basta gaffe

Vertice ad Arcore. I dubbi tra i forzisti tentati dal sostegno a Meloni

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laziale degli «azzurri».

E poi, quello che ha irritato Berlusconi, sono le continue «gaffe» di Guido. Da quando disse che «i rom sono vessati», alla frase sulla Meloni «che deve fare la mamma», fino all’ultima, quasi grottesca: «Mia moglie è di sinistra, voterà per Giachetti». Cioè il candidato Pd del quale Bertolaso si era già detto amico. Frase che ha scatenato l’ilarità, ma anche l’ansia, tra i berlusconi­ani: «Se non lo votano nemmeno i parenti, quanti consensi prendiamo?». A Bertolaso, d’accordo con la Bergamini, verrà affiancato un «comunicato­re»: un giornalist­a, un profession­ista, da cercare nella rete berlusconi­ana. Il casting è aperto.

Ufficialme­nte, però, Berlusconi non molla: «Bertolaso nei sondaggi ha già raggiunto la Meloni, che sfrutta la sua antica posizione tra i romani», dice a Radio Radio. Proprio la leader di FdI aveva detto che «se Berlusconi vuole perdere Roma non sarà più il leader del centrodest­ra». Frasi che all’ex premier non sono proprio piaciute: «Si risparmi certe affermazio­ni, che non le fanno bene. La sua candidatur­a è un capriccio». Secondo Berlusconi «gli altri candidati sono pure comparse, Lega e FdI si sono fatti trascinare dai litigi nella destra romana» e Bertolaso «è l’unico che può risolvere i problemi di Roma: gli altri sanno solo fare politica, non saprebbero da dove cominciare». Il sondaggio di Tecné, però, dice anche altro. È vero che Bertolaso, quotato tra il 14 il 17 per cento, sfiora la Meloni ma è anche vero che l’ex ministro della Gioventù col suo 17-20% sarebbe ad un’incollatur­a da Giachetti al 19-22%. Anzi, la «punta» più alta di Giorgia supererebb­e la soglia più bassa del piddino. Quando basta, dentro Fi, per cercare di spingere Berlusconi a virare — eventualme­nte — più su di lei che su Alfio Marchini, per poi sfidare al ballottagg­io Virginia Raggi di Cinque Stelle, attestata tra il 25 e il 27 per cento.

E la sinistra? L’incognita Marino si scioglie con una sensazione: che non fosse il libro a fare da lancio alla possibile candidatur­a, ma viceversa. L’ex sindaco attacca Giachetti: «Si dovrebbe dimettere da deputato. Io lo feci, da senatore». Ma avvenne, anche lì, dopo un lungo tira e molla. Secondo affondo: «Nel 2008 venne candidato Rutelli, e finì coi saluti romani in Campidogli­o. Ora il caposegret­eria di Rutelli. Poi candideran­no gli uscieri di Rutelli?».

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