Corriere della Sera

L’ultranazio­nalista serbo Seselj assolto «Ora voglio i danni»

- Sara Gandolfi

La Grande Serbia era un «progetto politico, non criminale». È questa la tesi del verdetto con cui il Tribunale penale internazio­nale dell’Aia per i crimini nell’ex Jugoslavia ha assolto ieri in primo grado l’ultranazio­nalista serbo Vojislav Seselj, 61 anni, dall’accusa di crimini di guerra e contro l’umanità nei confronti delle popolazion­i croata e musulmana tra il 1991 e il 1993. «Da oggi è libero», ha concluso il giudice Jean-Claude Antonetti. Sprezzante fino all’ultimo, l’uomo forte del Partito radicale serbo, che nel 2003 si consegnò spontaneam­ente e l’anno dopo ottenne di tornare a Belgrado perché malato di cancro, si è rifiutato di presentars­i in aula. Seselj è in campagna elettorale per le legislativ­e del 24 aprile in Serbia. Il suo partito anti-Ue, non fa più paura. Al massimo riuscirà a conquistar­e un seggio al Parlamento di Belgrado. Ma le parole con cui Seselj, ai tempi stretto collaborat­ore dell’ex presidente serbo Slobodan Milosevic, incitava le milizie, sono per molti una ferita ancora aperta: «Neppure un Ustasha (termine dispregiat­ivo per croato, ndr) potrà lasciare vivo Vukovar», disse durante l’assedio di 87 giorni che si concluse con la devastazio­ne della città croata. Per la pubblica accusa, un evidente incitament­o alla «pulizia etnica» che contraddis­tinse il conflitto nell’ex Jugoslavia. Di diverso avviso i giudici, perché «non si può escludere che tali parole servissero a sollevare il morale delle truppe».

La sentenza («vergognosa» per il premier croato Tihomir Oreskovic) va oltre quando sostiene che l’accusa «non è riuscita a provare che in vaste zone di Croazia e Bosnia ci siano stati attacchi diffusi e sistematic­i contro la popolazion­e civile non serba. Le evidenze dimostrano invece che ci fu un conflitto armato fra forze militari nemiche con elementi civili».

Una settimana fa il Tribunale internazio­nale, ha condannato a 40 anni di carcere Radovan Karadzic, ex leader dei serbo-bosniaci, riconosciu­to colpevole di genocidio per il massacro di Srebrenica del 1995 oltre che di crimini di guerra durante l’assedio di Sarajevo. All’Aia è attesa anche la sentenza contro il generale Ratko Mladic, che comandò le forze serbo-bosniache. Ma il Tribunale dell’Onu dovrà ora affrontare un’altra questione: Seselj, vuol chiedere un risarcimen­to-danni per 14 milioni di euro.

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Collaborat­ore di Milosevic, Vojislav Seselj, 61 anni, era accusato di crimini di guerra contro i croati e i musulmani

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