Si è spezzata una preziosa rosa araba
Si è spezzata una rosa, una preziosa rosa araba che ha conosciuto la piena fioritura sino alla fine. Il suo profumo era intenso e le sue spine avevano fatto sanguinare quelle mani incuranti che avevano tentato di potarla prima del tempo. Aveva resistito a tante tempeste, affrontandole spesso senza riparo. Non era mai timida e la sua bellezza insolita aveva un che di sfrontato e di audace. Era una rosa che si ergeva solitaria, e sebbene il suo portamento talvolta sembrasse schivare la presenza altrui, e persino il proprio ambiente, lei non ha mai ceduto: una bellezza così incisiva come la sua richiede tempo per essere apprezzata. E lei lo sapeva. Per anni ho ammirato le opere di Zaha da lontano e sono rimasto sedotto dai resoconti sulla sua vita e sulla sua personalità quasi leggendaria. Era una donna coraggiosa, brillante, araba, intellettuale, ricca di talento e più affascinante di molte star del cinema. Ci siamo conosciuti per caso a Miami, ospiti di un amico. Io mi sentivo nervoso, colto di sorpresa, ma abbiamo conversato per tutta la cena. Da quel giorno è diventata un’amica. Zaha odiava parlare al telefono, preferiva inviare messaggi, e ha continuato a farlo regolarmente, non importa in quale parte del mondo ci trovassimo entrambi. La donna che ho imparato a conoscere era affettuosa e divertente. Adorava chiacchierare, scambiare pettegolezzi, uscire a cena in compagnia e apprezzava le attenzioni. Amava tremendamente scherzare e se talvolta finiva per incutere timore reverenziale, nei suoi ammiratori come negli estranei, subito dopo girava la testa e sorrideva ammiccando. Parlavamo di arte, architettura, moda e televisione. Si divertiva a commentare gli spettacoli tv e talvolta mi prendeva in giro per le mie stesse apparizioni. Ad alcuni la nostra amicizia poteva apparire strana, ma non ci importava. Avevamo in comune il Medio Oriente e Londra, ma anche qualcosa di più. La nostra amicizia era semplice e sorprendentemente calorosa. In lei vedevo mia madre e vedevo anche una indomita vita che non temeva sfide. Anche se le nostre conversazioni restavano leggere, piene di pettegolezzi e di complicità, ai miei occhi lei è rimasta un’icona. In Zaha ammiravo lo spirito combattivo, ma la normalità dei nostri rapporti era per me un privilegio. Ieri ho saputo della sua morte e ho provato un’immensa tristezza. Mi mancherà.
(Traduzione di Rita Baldassarre)