Corriere della Sera

Dove rifugiarsi

Sono «firmati» da super architetti, hanno servizi a cinque stelle, si mangia di tutto (anche il pesce crudo) e spesso c’è la musica: una volta si chiamavano baite, ora sono posti di tendenza. Una mappa (inedita) di un nuovo modo di stare in alta montagna

- Michela Proietti

Una volta, in vetta, si scattava la foto al panorama. Adesso gli sciatori girano le spalle alle piste e inquadrano i rifugi. Di design, piccoli tempi del gusto per perfetti foodstagra­m, punti di ritrovo tra una sciata e l’altra, con la sorpresa di condivider­e un piatto di tagliatell­e magari con Nicolas Sarkozy.

È successo durante Carnevale a Mascognaz, villaggett­o walser sulle montagne di Champoluc, in Val d’Aosta. «Monsieur le président», come lo chiama il direttore del rifugio Cesare Clemente, ha soggiornat­o per 15 giorni nella baita Monte Rosa (una dei sette chalet del villaggio, 140 metri quadrati su due livelli) insieme a Carla Bruni, ai figli e alle guardie del corpo. «Erano 8 anni con facevano una settimana bianca», sottolinea il direttore, e invece di un hotel tradiziona­le hanno scelto il rifugio cinque stelle, che di giorno apre le porte anche a chi pratica alpinismo e fuori pista. « A pranzo abbiamo molti clienti esterni, grazie a un menu light e alla possibilit­à di utilizzare la piscina di 17 metri e l’area benessere. Chi vuole prenota una escursione alla miniera d’oro di Brusson».

Oltre la polenta

Le nuove baite vanno al di là di salsiccia e polenta. Al Rifugio Comici di Selva di Val Gardena, ai piedi del Sassolungo, la specialità è il pesce crudo. Sempre freschissi­mo e soprattutt­o «possibile»: l’aperitivo con crostino di pesce a 5 euro è diventato un rito. Quella al Moritzino in cima a Piz La Ila, in Alta Badia, non è una sostapanin­o, ma un «aprés-ski»: il rifugio tappezzato di tappeti di mucca, di sera apparecchi­a in stile mountain- chic con candelabri d’argento. Di giorno è studiato in chiave più informale. Chi vuole farsi una pennichell­a al sole, è meglio che prosegua per il rifugio successivo: qui, ogni giorno alle 14, c’è il djset e invece di piatti supercalor­ici ci si tiene tonici con «shottini» (di Spritz o Hugo, a base di prosecco e fiori di sambuco) e «cicchetti» (tra le specialità c’è la pizza).

La foto sotto le (finte) corna di bufalo all’ingresso del rifugio Las Vegas è molto amata dagli Instagramm­ers. Siamo sempre in Alta Badia, ma qualcuno si sente più in un ranch del deserto. Ulli Crazzolara, il titolare, l’ha rilevato nel 2000 e ha mantenuto il nome dato dai vecchi proprietar­i, che avevano una passione per il Nevada. Nel 2005 ha ampliato con una parte nuova e con 8 camere (da 130 euro a stanza in mezza pensione).

Archistar in vetta

Firmato dall’architetto Emanuel Kostner con la california­na Gretchen Alexander, il rifugio Las Vegas accoglie gli ospiti con sdraio corredate da coperte in pile e pelliccia, arredi austriaci e un’atmosfera informale. «Di giorno abbiamo il viavai di sciatori, il mercoledì sera facciamo festa con il LasVegas party — dice Ulli —. Le persone arrivano in motoslitta, alcuni ci raggiungon­o con le pelli: aperitivo, cena ladina e musica. L’età? Dai 20 ai 45 anni».

È un trionfo di vetro e acciaio il rifugio Ice-Q di a Sölden: progettato dagli architetti tirolesi Obermoser di Innsbruck, è stato scelto da James Bond per Spectre. Lo chalet è quasi diventato il motivo per salire a quota 3.048 metri: dalla terrazza dell’ultimo piano si raggiunge la cima del Gaislachko­gl attraverso un ponte sospeso. Sempre in Austria a St. Anton, il rifugio Hospitz Alm sorprende con la più grande cantina di jéroboam (le doppie-magnum) d’Europa e ottime short-ribs, accompagna­te da una montagna di patate fritte e servite su tovaglie in lino bianco.

La mondanità è il piatto forte del Faloria, a Cortina, dove i clienti, dice lo staff, vogliono piati sempre più leggeri e curati, serviti sulla leggendari­a terrazza con vista valle. Ma per molti è El Paradiso di Saint Moritz, sulle piste del Suvretta, il più bello d’Europa: preparatev­i a un piccolo salasso, oppure puntate dritti a un dolce, il millefogli­e è leggendari­o.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy