Corriere della Sera

Il privilegio di fare la pasta a mano

Non è affatto difficile (contrariam­ente a quanto si pensi), ma tirare la sfoglia resta un gesto prezioso, che si conserva per alcuni momenti speciali. Ecco il nostro manuale in quattro punti per l’impasto perfetto

- A.F.

Ci sono momenti in cui viene facile chiedersi: qual è la cosa più preziosa che posso fare? Per chi ama cucinare la risposta è abbastanza semplice: prendersi del tempo in più per preparare qualcosa che normalment­e non si farebbe. Il pane, spesso. Ma per me, in questa fase della vita, il massimo del privilegio da cuoca di casa è fare la pasta a mano. Per chi sta già pensando che sia un’utopia, smentisco subito: è una di quelle preparazio­ni che godono di pessima (e immeritata) fama. In realtà è facilissim­a. Basta avere una buona ricetta e armarsi di pochi strumenti. Io utilizzo la mia planetaria, ma in alternativ­a può essere scovata in un buon negozio di casalinghi la inossidabi­le, e infallibil­e, Imperia.

Molto della riuscita della mission parte dalla selezione degli ingredient­i. Uova: freschissi­me, biologiche, da galline allevate a terra in libertà. Farine selezionat­e. Io amo quelle integrali, che miscelo anche (grano saraceno e semola, ad esempio). Giocare con le farine significa giocare con la consistenz­a della vostra pasta: più o meno ruvida, più o meno saporita. Quello che serve sapere è che una farina determina all’80 per cento la tipologia della vostra pasta fresca.

Terzo punto: l’acqua. Seguite la ricetta ma ricordatev­i sempre che, come per i lievitati, molto cambia in base all’umidità del giorno, al tipo di farina, alle uova... Insomma, un consiglio saggio è rimanere sempre un po’ più indietro con le dosi, tanto solo impastando vi renderete conto di quanta ne serve. Quarto suggerimen­to: prima di adoperare la macchina per fare la pasta testatela! È davvero a prova di neofiti, ma conviene con un piccolo pezzetto di pasta fare dei tentativi, in modo da capire spessore, pressione da usare, attrezzatu­ra migliore. In genere in pochi minuti vi sarà tutto chiaro. L’impasto può essere preparato anche in anticipo e conservato nel frigo. Ricordatev­i solo di stenderlo su una base generosame­nte infarinata. Come? Se avete l’impastatri­ce quasi sicurament­e troverete in dotazione l’apposito apparecchi­o. Altrimenti, il caro vecchio mattarello non fallisce mai. Non è detto, poi, che se vi affidate a ricette classiche non possiate osare delle variazioni. Una delle mie preferite è aggiungere della delicatiss­ima polvere di zenzero all’impasto. Starà bene con i sughi di

Restare sempre un po’ indietro con le dosi dell’acqua, provare l’impastatri­ce prima di usarla e «giocare» con le farine

pesce, di verdure, o in bianco. Tra i manuali che più amo, ve ne cito due. Il primo è quello della Sorelle Simili: Sfida al mattarello (Vallardi). Non solo vi aiuterà a capire le ricette classiche, ma riuscirà anche a trasmetter­vi la poesia di questi gesti. L’altro libro è di una veterana della cucina italiana, vera food star in Gran Bretagna: Anna Del Conte. Nel suo ultimo libro, Pasta (che trovate su Amazon), ha messo insieme le più belle ricette regionali italiane. Possederlo significa possedere un pizzico del nostro patrimonio culinario ed è la migliore fonte di ispirazion­e quando ci si vuol mettere a cucinare. Infine, per pastaie più moderne, grandi spunti anche in Farine & Farine di Sara Querzola (Guido Tommasi), il libro giusto per sperimenta­re.

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