Aylisli: «Io, 78 anni, accusato di essere un teppista»
Trattenuto per ore. E accusato di «teppismo». Così lo scrittore azero Akram Aylisli, 78 anni, autore scomodo dopo il libro Sogni di pietra (Guerini e Associati) sul massacro degli armeni, racconta ciò che gli è successo mercoledì, quando è stato trattenuto fino a perdere l’aereo per l’Italia. Raggiunto dal «Corriere della Sera», Akram ha spiegato: «Con mio figlio, avevo previsto di arrivare a Venezia per partecipare al festival Incroci di Civiltà. Allo Heydar Aliyev International Airport di Baku, alle 4 del mattino, la guardia di frontiera ha detto che non potevo viaggiare, senza fornire alcun motivo, e mi ha trattenuto per 5 ore». Continua lo scrittore: «I bagagli, che avevano già passato il check-in, sono stati tolti dall’aereo e perquisiti. Alle 9.30 sono stato trasferito sotto la custodia della polizia dell’aereoporto, e falsamente accusato di aver creato disturbo pubblico, ostacolando le guardie e molestando i passeggeri. Sono stato in custodia per oltre 10 ore, e interrogato».
«Il capo del servizio di frontiera, un giovane atletico — prosegue Aylisli —, ha formulato un’accusa assurda paragonandomi a un hooligan: e cioè che io, 78 anni, scrittore, malato di cuore, l’avevo colpito così forte da causargli un ematoma. Mi è stato detto che un procedimento contro di me era stato aperto in base all’articolo 222.1: “teppismo”». Liberato alle 8 di sera ma senza il passaporto (restituito solo il giorno dopo), non ha avuto altre spiegazioni. «Sono esausto, dopo 16 ore tra interrogatori e fermo». E alla domanda su ciò che accadrà ora, risponde: «Lo sa solo Dio. Non mi aspettavo che potesse accadere. Nella campagna contro di me del 2013, il sostegno internazionale mi è stato molto utile, spero che il mondo non resti indifferente nemmeno di fronte a questo».