Alonso, semaforo rosso: «Ho dolori dappertutto»
Una visita interminabile e poi il semaforo rosso dei medici. Fernando Alonso non può correre in Bahrein e chissà quando tornerà in pista visto che nemmeno in Cina, fra due settimane, la sua presenza è certa. Servono altri esami perché il «botto» a Melbourne è stato brutto. Molto più di quello che si è visto in tv, nonostante sia uscito camminando dall’abitacolo dopo essere decollato più volte in aria. Una costola rotta e un pneumotorace, conseguenza del trauma polmonare. I medici della Federazione internazionale lo hanno sottoposto a due Tac giungendo alla conclusione: «Non è nelle condizioni di gareggiare». Un altro urto potrebbe avere conseguenze disastrose. Già l’anno scorso Alonso aveva saltato il primo Gp in Australia per i postumi del misterioso incidente ai test di Barcellona. Che il quadro clinico non fosse dei migliori si era intuito già giovedì sera: la McLaren in fretta e furia ha richiamato il «riservista» Stoffel Vandoorne dal Giappone dove era impegnato in una gara della categoria Superformula. Debuttante in F1, affiancherà Jenson Button. Alonso ha cercato di non arrendersi: «Le ho provate tutte per esserci in Bahrein». Qui ha trionfato due volte con la Renault e una con la Ferrari. Al rientro dalla lunga trasferta oceanica, nella sua Oviedo ha alternato fisioterapia e passeggiate. Però non è bastato: «Siamo piloti: se arrivi qui e non ti lasciano nemmeno tentare è ovvio che ci rimani male. Ma è una decisione che comprendo e rispetto: non posso rischiare». Perché per sconfiggere il dolore la testa non è sufficiente: «Domenica (quella dell’incidente ndr) stavo abbastanza bene. Lunedì mi sono sentito peggio, poi ha iniziato a farmi male tutto». Alonso non nasconde la sofferenza: «Facevo fatica a dormire, a volte non riesco ancora trovare la posizione nel letto. Ma sono venuto lo stesso e resto qui per aiutare Vandoorne e la squadra». Fra dieci giorni nuovo round con i dottori, il Gp più importante.