Il Principato Non solo Casinò Arriva lo shopping
per dormire c’è Le Mas Candille, hotel con spa e ristorante stellato. I pomeriggi in piscina, immersi nella macchia mediterranea, sono un’alternativa al mare. Chi ama la spiaggia, può andare oltre i soliti stabilimenti: nel parco naturale di Theole sur Mer, qualche tornante dopo La Bocca, il tuffo è quasi segreto e in acque trasparenti. Tornando verso Cannes, nella Plage du Midi si pianta l’ombrellone nella spiaggia libera (perfetta per i bambini). Per chi punta al divertimento, c’è la spiaggetta sulla punta di Palm Beach (di fronte all’isola di Lérins), con bagno privato tra la radura.
Chi va a Cannes o insegue la mondanità — tra i tè freddi alla menta a Le Volupté in Rue Hoche e il clubbing al Bâoli — o fa parte della «rive gauche». Le francesissime signore che snobbano la Louis Vuitton e sfoggiano solo la Goyard, danno una sbirciata a «L’Antiquaire et la Mode» in 8 rue Vagliano, tra gioielli di sfilate Saint Laurent degli anni 70 e spille Chanel retrò. Il pranzo sulla Croisette è a L’Ondine: al Suquet, la parte antica, si va per una passeggiata, mai per una cena architetto Charles Garnier — quando nell’800 François Blanc, fondatore della Société des Bains de Mer a Montecarlo lo chiamò a progettare un palazzo capace di lasciare il segno — non poteva immaginare che la sua Opera Garnier nel salotto del Principato, sarebbe divenuta nel 2016 un fashion hub, un polo della moda. E, forse, neppure Elsa Maxwell, la socialité alla quale Monaco affidò il rilancio mondano negli anni 30, poteva immaginare che il Carré d’or sarebbe divenuto un crocevia di stile e piaceri dello shopping. Curiosità: a lei è dedicato Elsa, il ristorante stellato al Monte Carlo Beach.
È solo l’ultima, camaleontica evoluzione del carré d’or, o se preferite del miglio quadrato del lusso stretto tra gli storici Hotel de Paris ed Hermitage, il Café de Paris e, appunto, l’Opera inaugurata nel 1879 da Sarah Bernhardt (più nota forse perché nello stesso edificio c’è il Casinò al cui timone è arrivato Pascal Camia con la missione di rinnovare e pensare anche ai turisti cinesi). Così, il palazzo nato come buen retiro per aristocratici amanti di carte e roulette, e come palcoscenico sul quale si sono esibiti i virtuosi della voce Melba, Caruso e Gigli e i ballerini Nijinski e Serge Lifar (Wagner mise qui in scena il Tristano e Isotta in francese nel 1893, Ravel nel 1925 L’Enfant et les Sortilèges), oggi è un carosello di griffe. Con la regia di Valérie