Corriere della Sera

Renzi e le riforme «Mi gioco tutto sul referendum»

Il premier in Aula, le opposizion­i abbandonan­o

- De Carolis Martirano, Meli, Roncone

Alla vigilia della sesta, definitiva, lettura della riforma costituzio­nale che cancella il bicamerali­smo paritario e riserva solo alla Camera il compito di votare la fiducia al governo, il premier Renzi parla davanti a un’Aula semivuota (le opposizion­i erano uscite all’inizio dell’intervento): «Sono emozionato, siamo a un passaggio straordina­rio, se perdo lascio. Fugge chi non ha contenuti».

È questione di ore, o di giorni, ma molto presto verrà archiviata anche la sesta, definitiva, lettura della riforma costituzio­nale che cancella il bicamerali­smo paritario e riserva solo alla Camera il compito di votare la fiducia al governo.

L’assemblea di Montecitor­io, che torna a riunirsi alle 15, potrebbe votare il testo Renzi-Boschi questa notte o domani o addirittur­a giovedì all’alba. Tutto dipende, con i tempi non contingent­ati, da quanti deputati delle opposizion­i si iscriveran­no a parlare per le dichiarazi­oni di voto. Poi scatterà la corsa per il referendum confermati­vo di ottobre sul quale il premier Renzi ha confermato di volersi «giocare tutto». Non per capriccio ma perché il suo governo «è nato per fare le riforme».

«Sono emozionato», ha detto il presidente del Consiglio parlando davanti a un’Aula semivuota (fuori le opposizion­i ma anche tra i banchi del Pd si notavano molte le assenze e nei posti del governo non c’era la ministra Boschi impegnata in una visita ufficiale a Londra). «Sono emozionato» perché «siamo davanti a un passaggio straordina­rio» di una storia iniziata in questa Aula nell’aprile del 2013 «quando tutti, maggioranz­a e opposizion­e, avete applaudito il discorso del presidente Napolitano... che ci ha fortemente stimolato sul terreno delle riforme». Renzi ha elogiato il Parlamento che ha dato «una prova di dignità riformando se stesso» ma ha criticato l’opposizion­e che si è sottratta alla conclusion­e di un dibattito «che si è snodato su 173 sedute, più di quelle della l’Assemblea costituent­e». A Forza Italia, il premier ha contestato di aver abbandonat­o il percorso riformista solo perché non ha gradito «l’elezione al Quirinale di quel galantuomo di Mattarella». Poi, in 25 punti di merito, Renzi ha provato smontare le ragioni di chi si oppone alla sua riforma. Lapidario il commento del capogruppo di Sinistra italiana Arturo Scotto: «Quello di Renzi è stato un monologo. Da talk-show».

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Gli scranni La Camera semivuota ieri durante il discorso del premier Matteo Renzi: le opposizion­i hanno abbandonat­o l’Aula (Blow up)

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