Corriere della Sera

Foto sui social, la killer perde la semilibert­à

Nove anni fa con l’ombrello uccise una ragazza nel metrò a Roma: resterà in carcere

- di Andrea Pasqualett­o

Quando il giudice di sorveglian­za di Venezia, Vincenzo Semeraro, ha visto quel profilo Facebook con le foto di Doina Matei in costume al Lido di Venezia, ha concluso che no, non meritava la semilibert­à. E così la trentenne romena che il 26 aprile 2007 uccise Vanessa Russo, colpendola con la punta dell’ombrello in un occhio dopo una lite a una stazione della metropolit­ana di Roma, è tornata in cella.

Doina dice che non sapeva, che non pensava, dice che la semilibert­à se l’è meritata sul campo, meglio, fra le sbarre del carcere. Ma il magistrato di Sorveglian­za di Venezia, Vincenzo Semeraro, quando ha visto quel profilo Facebook con le sue foto in costume al Lido di Venezia, non ci ha pensato molto e ha concluso che no, la semilibert­à va sospesa.

E così la trentenne romena Doina Matei che il 26 aprile del 2007 uccise Vanessa Russo colpendola con la punta dell’ombrello in un occhio dopo una lite in una stazione della metropolit­ana di Roma, è tornata a tempo pieno nel carcere lagunare della Giudecca.

In questi giorni stava usufruendo di un permesso premio che le consentiva di dormire all’esterno e stava già pensando al prossimo per la Pasqua ortodossa del primo maggio. «Questo è un brutto passo indietro per la mia assistita — ha commentato l’avvocato Nino Marazzita, suo difensore —. Forse dovuto all’effetto del polverone mediatico che si è sollevato sul caso dopo la pubblicazi­one di quelle foto. Ma la sospension­e durerà giusto il tempo di discuterla davanti al tribunale di Venezia dove dimostrere­mo che fra i divieti non c’era quello specifico dell’uso del social network».

La giovane donna dell’Est, condannata a 16 anni per l’omicidio di Vanessa che fu considerat­o preterinte­nzionale, cioè non voluto, dopo otto anni di reclusione aveva ottenuto la misura alternativ­a alla detenzione: fuori di giorno e dentro di notte, dalle 22 alle 6 del mattino.

Uno sconto di pena riconosciu­to per la buona condotta e per il suo pentimento. «Vanessa (la vittima aveva 23 anni, ndr) non aveva vissuto molti giorni felici, tutti gli altri glieli avevo tolti io — scrisse lei in un racconto, La ragazza con l’ombrello, aiutata dalla giornalist­a Franca Leosini —. È soprattutt­o la felicità possibile che le ho sottratto che mi logora con tormento maggiore. Ho provato a dire alla madre, ai fratelli di Vanessa, il mio tormento, lo sgomento, il rimorso per quei suoi giorni senza futuro. Ho invocato il perdono. Non ho avuto risposta. Tocca a me, ora, piegarmi a quel loro silenzio. Tocca a me comprender­e il rifiuto, il disprezzo anche».

Ma quelle foto su Facebook, quel volto sorridente, quel mare e quel costume, ad appena otto anni dalla tragedia, sono sembrate troppo. «Pena di morte», ha addirittur­a invocato qualcuno in Rete. «Esiste il diritto alla felicità anche per chi ha commesso un grave delitto, se la pena è stata regolarmen­te scontata», hanno replicato altri.

«Sono sconvolta, non sapevo di non poter usare Facebook, mi spiace molto se ho fatto del male a qualcuno...», si è difesa Doina che già sognava l’affidament­o in prova ai servizi sociali per tornare a vivere con i suoi bambini. «La nostra condanna è stare in galera, la condanna dei nostri figli è sentirci al telefono solo per dieci minuti a settimana», aveva scritto lei stessa in un articolo pubblicato da Ristretti Orizzonti.

Classe 1985, quattro fratelli, Doina Matei ha alle spalle una vita difficile. Primo figlio a 14 anni, il secondo a 17, decise di venire in Italia per cercare di dar loro un futuro migliore del suo. «Ma l’Italia fu per me il buio delle notti, il gelo del marciapied­e fino a sfiancarmi la carne e l’anima», scrisse. Faceva la prostituta. Poi il delitto e il carcere. «Il mondo senza cielo», nel quale è tornata ieri sera.

Ma non sapevo di non poter usare il social network

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 ??  ?? Le immagini sul Social Due delle foto pubblicate su Facebook da Doina Matei dopo aver ottenuto la semilibert­à e un lavoro in una Coop a Venezia Doina uccise Vanessa Russo nel 2007 quando aveva 21 anni
Le immagini sul Social Due delle foto pubblicate su Facebook da Doina Matei dopo aver ottenuto la semilibert­à e un lavoro in una Coop a Venezia Doina uccise Vanessa Russo nel 2007 quando aveva 21 anni

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