Corriere della Sera

IL PENSIERO SPEZZATO

- Di Daniele Manca

Si stava dedicando a rimettere in ordine una casa di famiglia nell’Oltrepò pavese. Non si trovava a disagio in quel ristorante affollato di Milano, un mese fa. Un ristorante del centro, comune, dove si mangia in tavoloni assieme a sconosciut­i; ci si doveva, per alcune cose, servire da soli: lui si muoveva lentamente. Era chiaro che doveva concentrar­si per farlo. I silenzi erano aumentati. Lo sguardo era il solito, quello un po’ fisso, di chi riflette attentamen­te sulle parole e sui concetti. Ma uno sguardo che si prolungava. Le persone attorno lo guardavano. Lo riconoscev­ano. Non sembrava infastidit­o.

Lui, il fondatore di un partito in grado di controllar­e un quarto dei voti in Italia, pareva preferire i suoi pensieri. Le idee sul mondo che si stava preparando; e che ha provato, riuscendoc­i in parte, a mettere in rete e in gioco assieme a un comico fattosi tribuno.

Chiamarle conversazi­oni, quelle con Gianrobert­o Casaleggio, non è del tutto esatto. Penetrare la sua apparente freddezza, interrompe­re il flusso delle riflession­i che sembravano accavallar­si una dietro l’altra nella sua mente rivolta al futuro, era difficile, quasi impossibil­e. Alle domande seguivano silenzi, a volte sorrisi. Seguiva percorsi di pensiero eccentrici, insoliti, che apparivano anche bizzarri, ma che tornavano sempre al cuore del suo interesse: le persone, la comunità, il loro governo, o meglio l’autogovern­o. Era una sfida colpirlo con qualche consideraz­ione. Non era facile, e non lo è stato anche in quell’ultimo incontro.

Ancora un paio di telefonate, prima di ieri. Ma su Beppe Grillo, lo spettacolo. È stato in quel paio d’ore di dialogo che si sono intrecciat­e Torino, la candidata Chiara Appendino, la campagna elettorale a Roma della 5 Stelle Virginia Raggi, poi il possibile leader candidato a premier e la tecnologia, la famiglia. Quella casa dove viveva con la seconda moglie e il figlio piccolo, con un bosco alle spalle e la terrazza affacciata sulla Valle d’Aosta, su quei vigneti coltivati nella cittadina a fianco, Carema, e il vino rosso prezioso che ancorava gli abitanti a quella terra.

Ma soprattutt­o il mondo che non sarebbe stato più lo stesso. Ne era convinto. Quando descriveva il suo immaginari­o futuro, o buttava lì previsioni che apparivano fuori da ogni logica apparente, diventava impermeabi­le alle facce incredule e a volte sprezzanti di chi lo ascoltava. Era un visionario, certamente. Sottovalut­ato, comunque poco compreso, da chi non ha amato e provato a capire cosa fosse e sia il fenomeno 5 Stelle.

È del 2008 quel video, Gaia, postato in Rete dalla Casaleggio Associati, nel quale prefigura per il 2054 un mondo senza divisioni, collegato in Rete, dove ti esprimi continuame­nte sul governo della tua comunità, alimentato non più da combustibi­li fossili e dove l’ambiente torna a essere pulito. Non più partiti, non più ideologie. È il 2008. Soltanto un anno dopo, Google lancerà il suo Page rank, il motore di ricerca basato su 57 «ragni» che piazzati nei computer di ognuno di noi iniziano quella rivoluzion­e in Rete e la creazione di una sorta di intelligen­za collettiva che a volte sembra annichilir­ci quando scopriamo che la Rete sa molto di noi. Troppo. Era questo che immaginava Casaleggio per il 2054...

Ma pochi minuti dopo quel pranzo, avrebbe incontrato lo stato maggiore dei 5 Stelle per decidere cosa fare su Roma. Scovare Virginia Raggi era stato il colpo per tentare la scalata al Campidogli­o. Perché vincere la corsa per il sindaco e poi, soprattutt­o, amministra­re Roma, sarebbe stato il passaggio decisivo per poter pensare alle elezioni nazionali e candidarsi al governo. Altro che futuro. La concretezz­a dell’oggi, dell’uomo di impresa cresciuto all’Olivetti dopo gli studi al Feltrinell­i, l’istituto tecnico milanese che, assieme all’Enrico Fermi di Roma, con le sue sezioni di informatic­a e nucleare, aveva rappresent­ato negli anni Sessanta e Settanta il top per un giovane che voleva collocarsi al confine più avanzato con la modernità e la scienza. Poi i tre anni di fisica e l’approdo a Ivrea. I viaggi all’estero.

L’Olivetti rappresent­ava il meglio dell’informatic­a non solo italiana «che perdeva o vinceva le gare con l’Ibm non con le piccole aziendine», come ebbe a dire. A Ivrea a scrivere software. Lì incontra la sua prima moglie, inglese, Elizabeth Claire Birks, oggi ritornata a vivere in Gran Bretagna, madre del primo figlio avuto a vent’anni, Davide. Il trentanove­nne apparentem­ente taciturno ma con le idee molto chiare riversate in un libro ( Tu sei Rete con prefazione di un altro comico grande affabulato­re, Alessandro Bergonzoni). Idee in linea con quelle del padre accanto al quale lavorava. Nel libro si parte ancora una volta dai singoli che, collegati in rete, «attraverso piccole cose cambiano le società».

Chissà il peso avuto da Adriano Olivetti, quello di Democrazia senza partiti, che scrive, nel 1946, che il popolo non è organizzat­o e «l’espression­e della sua volontà è una mistificaz­ione perché i suoi mediatori — i partiti — hanno perso il contatto con esso». La comunità «concreta a base territoria­le» di Olivetti si trasforma, grazie a Internet, in una moltitudin­e di persone, comunità che interagisc­ono non solo e non più in relazione all’incontro fisico, in un luogo. Il virtuale diventa realtà. Ecco l’intuizione. La tecnologia non sta cambiando solo l’economia, il modo di produrre, ma anche le strutture sociali. Dopo Olivetti il passaggio in Finsiel (una delle poche grandi aziende di software italiana oggi scomparsa anch’essa), la guida di Webegg. L’incontro con la sua seconda moglie Sabina Del Monego. Un altro figlio. La scelta di vivere alle porte della Val d’Aosta.

L’anonimato ricercato ma impossibil­e con quel volto e i capelli inconfondi­bili, se non sulla sua collina. I rari incontri pubblici. Al Forum Ambrosetti di Cernobbio, al Corriere della Sera con i giornalist­i che si sentono dire nel 2011 che «tra dieci anni non ci saranno tutti quotidiani di oggi». Avrebbe voluto scrivere ancora, non tanto, «una volta a settimana». Per dare corpo alle sue intuizioni e visioni. A quell’intelligen­za collettiva, che però ha sempre bisogno di qualcuno che tiri le fila. E chi sarebbe stato questo qualcuno, potenziale presidente del mondo? La Rete, certo... Ancora un silenzio, un sorriso e un ultimo sorso di prosecco, mangiando una torta. Sapendo che i visionari molte forse le sbagliano, ma qualcuna di sicuro l’azzeccano.

È del 2008 quel video, Gaia, in cui prefigurav­a per il 2054 un mondo senza divisioni

 ?? (Fotogramma) ?? Insieme Gianrobert­o Casaleggio sulla barca con Beppe Grillo il 10 ottobre 2012, giorno della traversata a nuoto dello Stretto di Messina del leader 5 Stelle
(Fotogramma) Insieme Gianrobert­o Casaleggio sulla barca con Beppe Grillo il 10 ottobre 2012, giorno della traversata a nuoto dello Stretto di Messina del leader 5 Stelle

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