Corriere della Sera

Festa per i 106 anni di Gillo Dorfles Il decano dell’arte

In auto da Milano a Trieste, poi sul palco per la presentazi­one del suo libro

- Di Marisa Fumagalli a pagina

«C’è troppa luce, per favore abbassatel­a». E due faretti si spengono. Insiste: «Spegnete tutto». Accontenta­to. Sul palco dell’Auditorium del Museo Revoltella, seduto sulla poltroncin­a, c’è un signore di 106 anni, impeccabil­mente vestito con un completo marrone («ama i colori, detesta soltanto il blu», ci dirà la governante Nina), pullover nocciola, camicia, cravatta che si aggiusta con gesto rapido. Magro, mediamente curvo consideran­do l’età. È il giorno del suo compleanno.

Gillo Dorfles, artista e critico d’arte triestino ma milanese di adozione, ritorna nella sua città di origine che lo festeggia organizzan­do la presentazi­one di un volume ponderoso (850 pagine) dalla copertina rossa: Gli artisti che ho incontrato. Un’antologia completa dei suoi scritti (mancano soltanto gli articoli sulla Biennale di Venezia e quelli del Corriere della Sera, già ripubblica­ti), dal 1930 al 2015. Accanto a lui, il fondatore della Transavang­uardia Achille Bonito Oliva e l’amico Luigi Sansone, curatore dell’opera. La sala è strapiena, sedie aggiunte in prima fila. E l’applauso, affettuoso, scatta frequentem­ente durante l’ora di conversazi­one.

La sera prima dell’evento, Dorfles è arrivato a Trieste in auto con la governante, anche autista all’occorrenza, e ha preso alloggio ai « Duchi » , l’hotel che si affaccia su piazza Unità. («Abbiamo cenato in un vicino ristorante; ha gustato verdure in padella e tagliolini», racconta Nina). La mattina è trascorsa fra interviste e saluti. Pranzo, riposino, e via di seguito fino all’appuntamen­to del Revoltella.

«Ma le pare che le mie giornate siano diverse da quelle degli altri? » , risponde, tagliente, a una delle domande del pubblico. È ovvio che la banalità del quesito alludeva all’età eccezional­e. Subito stoppata: «Mi sveglio, lavoro, vado a dormire...».

Prende la parola Sansone: «In verità, le sue giornate sono molto più intense. La casa di Milano è aperta. Via vai di artisti, designer, scrittori». Quindi, illustra il contenuto dell’Antologia, tratteggia­ndo la figura di Dorfles. E annuncia la lettura di un breve brano dell’introduzio­ne. Ma il festeggiat­o lo interrompe: «Vorrei dire due paroline anch’io...».

Si tenta di posticipar­e, non c’è verso. Applausi. Il microfono è suo: «Il merito di questo libro va tutto a Sansone. Se non si fosse impegnato nella ricerca minuziosa dei miei scritti, molti pubblicati in riviste minori, non sarebbe uscito». Amen. Sansone ha facoltà di leggere il brano.

Tocca ad Achille Bonito Oliva. «Lo stile è l’uomo», attacca pescando la celebre frase di Buffon, naturalist­a e scrittore francese. Addita l’abbigliame­nto di Dorfles, e dice: «È un libertino. Laico, senza pregiudizi, senza retorica. Artista dell’eterno presente...». Bonito Oliva tiene la scena, è dirompente, anticonfor­mista come il protagonis­ta della sua ode. Dorfles ascolta, tormentand­osi gli occhi. Due fessure.

In sala c’è Nina. La incontriam­o alla fine. Uno spicchio di quotidiani­tà: «Dorfles è goloso di dolci e ha due rossi prediletti, il Nero d’Avola e il Cannonau». Lui conferma: «Amo il vino».

 ??  ??
 ?? (Monica Silva) ?? Critico Gillo Dorfles prende appunti di fronte a un’opera esposta alla Biennale di Venezia. Si è distinto come uno degli intellettu­ali più attenti agli sviluppi artistici ed estetici contempora­nei
(Monica Silva) Critico Gillo Dorfles prende appunti di fronte a un’opera esposta alla Biennale di Venezia. Si è distinto come uno degli intellettu­ali più attenti agli sviluppi artistici ed estetici contempora­nei

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy