«ALT BRENNERO»: IL CANTIERE-SPOT
Il cantiere tra «Polizei» e polemiche
Al Brennero dieci operai stendono già il catrame su una piazzola, destinata a ospitare i nuovi spazi della polizia doganale alla barriera anti migranti. Dall’Ue un richiamo all’Austria.
Gli austriaci avanzano, gli italiani aspettano. Per ora, in autostrada, la Polizei controlla soltanto i limiti di velocità. Superato il confine, nel parcheggio del centro commerciale Rosen-berger, i dieci operai che stendono il catrame su una piazzola, a sentir gli annunci destinata tra maggio e giugno a ospitare i nuovi spazi della polizia doganale con tanto di tettoia contro pioggia e neve caduta ancora sabato, preventivamente indottrinati lavorano a quasi uso esclusivo delle televisioni. Dopo l’annuncio di Vienna di alzare una barriera per fermare il passaggio dei migranti, bisogna guardare ai tempi e ai luoghi.
A fine mese, in Austria si vota per il nuovo Presidente della Repubblica e i partiti della maggioranza temono la crescente ascesa dell’ultradestra e la sua campagna elettorale sullo straniero «invasore»; quanto ai luoghi, questi guardrail entro i quali si muovono gli operai, nei piani verranno eliminati. Erano stati installati quando era entrata in vigore la libera circolazione. Una vita fa ma mai troppo datata.
La campagna di propaganda è massiccia, vengono curati i dettagli. Non è casuale la sosta in perlustrazione di alcuni agenti austriaci alla rotonda della statale che attraversa il piccolo paese di Brennero; non è casuale la voce fatta girare e secondo cui, subito dopo il centro commerciale, dovrebbero venir installati uffici della Polizei per registrare e allontanare i profughi. Sottile tattica di logoramento o programmata avanzata asburgica, di certo Vienna, ragiona il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher, sempre equilibrato su un tema così facile preda di slogan, ha evidentemente tre obiettivi.
Oltre alla politica interna, l’Austria vuol farci sapere che nel caso non esiterà a misure drastiche. Nel contempo, prosegue Kompatscher, c’è un messaggio per le organizzazioni criminali che sarebbero obbligate a inventarsi rotte lontane dal Brennero: attenzione, sarà difficilissimo passare. Il che, analizzano investigatori di polizia e carabinieri, è plausibile ma non impossibile. Ci sono stati nordafricani salvi per miracolo mentre si imbucavano in una galleria ferroviaria; ed esistono sulle montagne antichi sentieri di collegamento che i trafficanti potrebbero «aprire». Ma il punto di passaggio centrale dovrebbe restare questo, in uscita dall’Italia e anche in entrata.
Sono trenta i profughi che superano ogni giorno il confine e sono venti quelli che, avendo avuto risposta negativa nella richiesta d’asilo dalla stessa Austria o dalla Germania, tornano indietro e provano daccapo con l’iter delle domande. Si fanno identificare, protestano fonti della polizia, così da usufruire del vitto e dell’alloggio gratuito nei centri d’accoglienza e pazienza per la lungaggine nostrana nell’esame delle loro pratiche, non han fretta.
Il presidente della Provincia, preoccupato per la volontà di cancellare un simbolo dell’unificazione europea qual è il Brennero e per l’eterno ritardo dell’Ue di trovare una risposta comune, conta in novecento unità i richiedenti asilo ospitati nel territorio di Bolzano, numeri «gestibili» che la popolazione ha accettato senza isterismi, nonostante l’imminente stagione turistica e la paura di contraccolpi. Franz Kripp, direttore della Caritas altoatesina, conferma le presenze e ci parla della decina di minorenni senza genitori. Morti durante il raggiungimento della Libia o la traversata del Mediterraneo.
Fin dove si spingerà Vienna? Kripp è convinto che la maggioranza degli austriaci non soffra di avversione allo straniero, anzi, lo scorso anno ci sono state ottantamila richieste d’asilo. Con uno sforzo, però, che pochi altri Stati hanno sopportato e che il Governo
non vuole replicare. Infatti, ulteriore mossa, a breve potrebbero ripartire i controlli sui treni dall’Italia per Innsbruck, con il divieto di permanenza a bordo per gli stranieri privi di passaporto, pazienza se magari rubato dagli scafisti.
Sono cominciati gli incontri tra le due polizie per preparare il futuro, o meglio gli austriaci ci stanno (parzialmente) informando sulle mosse che hanno in testa e in agenda. Da parte loro, il controllo del Brennero spetta alla Polizei di Steinach, cittadina a fondo valle dove ieri pomeriggio, di pattuglie, ne giravano due. Verificavano che una squadra di operai, incaricata della riparazione di pezzetti di marciapiede in centro, non venisse disturbata da manovre improvvide degli automobilisti. Non s’è capito se la scena doveva tranquillizzare o far preoccupare.
Il flusso Ogni giorno trenta profughi superano il confine, e altri venti tornano indietro