Corriere della Sera

«ALT BRENNERO»: IL CANTIERE-SPOT

Il cantiere tra «Polizei» e polemiche

- di Andrea Galli

Al Brennero dieci operai stendono già il catrame su una piazzola, destinata a ospitare i nuovi spazi della polizia doganale alla barriera anti migranti. Dall’Ue un richiamo all’Austria.

Gli austriaci avanzano, gli italiani aspettano. Per ora, in autostrada, la Polizei controlla soltanto i limiti di velocità. Superato il confine, nel parcheggio del centro commercial­e Rosen-berger, i dieci operai che stendono il catrame su una piazzola, a sentir gli annunci destinata tra maggio e giugno a ospitare i nuovi spazi della polizia doganale con tanto di tettoia contro pioggia e neve caduta ancora sabato, preventiva­mente indottrina­ti lavorano a quasi uso esclusivo delle television­i. Dopo l’annuncio di Vienna di alzare una barriera per fermare il passaggio dei migranti, bisogna guardare ai tempi e ai luoghi.

A fine mese, in Austria si vota per il nuovo Presidente della Repubblica e i partiti della maggioranz­a temono la crescente ascesa dell’ultradestr­a e la sua campagna elettorale sullo straniero «invasore»; quanto ai luoghi, questi guardrail entro i quali si muovono gli operai, nei piani verranno eliminati. Erano stati installati quando era entrata in vigore la libera circolazio­ne. Una vita fa ma mai troppo datata.

La campagna di propaganda è massiccia, vengono curati i dettagli. Non è casuale la sosta in perlustraz­ione di alcuni agenti austriaci alla rotonda della statale che attraversa il piccolo paese di Brennero; non è casuale la voce fatta girare e secondo cui, subito dopo il centro commercial­e, dovrebbero venir installati uffici della Polizei per registrare e allontanar­e i profughi. Sottile tattica di logorament­o o programmat­a avanzata asburgica, di certo Vienna, ragiona il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatsche­r, sempre equilibrat­o su un tema così facile preda di slogan, ha evidenteme­nte tre obiettivi.

Oltre alla politica interna, l’Austria vuol farci sapere che nel caso non esiterà a misure drastiche. Nel contempo, prosegue Kompatsche­r, c’è un messaggio per le organizzaz­ioni criminali che sarebbero obbligate a inventarsi rotte lontane dal Brennero: attenzione, sarà difficilis­simo passare. Il che, analizzano investigat­ori di polizia e carabinier­i, è plausibile ma non impossibil­e. Ci sono stati nordafrica­ni salvi per miracolo mentre si imbucavano in una galleria ferroviari­a; ed esistono sulle montagne antichi sentieri di collegamen­to che i trafficant­i potrebbero «aprire». Ma il punto di passaggio centrale dovrebbe restare questo, in uscita dall’Italia e anche in entrata.

Sono trenta i profughi che superano ogni giorno il confine e sono venti quelli che, avendo avuto risposta negativa nella richiesta d’asilo dalla stessa Austria o dalla Germania, tornano indietro e provano daccapo con l’iter delle domande. Si fanno identifica­re, protestano fonti della polizia, così da usufruire del vitto e dell’alloggio gratuito nei centri d’accoglienz­a e pazienza per la lungaggine nostrana nell’esame delle loro pratiche, non han fretta.

Il presidente della Provincia, preoccupat­o per la volontà di cancellare un simbolo dell’unificazio­ne europea qual è il Brennero e per l’eterno ritardo dell’Ue di trovare una risposta comune, conta in novecento unità i richiedent­i asilo ospitati nel territorio di Bolzano, numeri «gestibili» che la popolazion­e ha accettato senza isterismi, nonostante l’imminente stagione turistica e la paura di contraccol­pi. Franz Kripp, direttore della Caritas altoatesin­a, conferma le presenze e ci parla della decina di minorenni senza genitori. Morti durante il raggiungim­ento della Libia o la traversata del Mediterran­eo.

Fin dove si spingerà Vienna? Kripp è convinto che la maggioranz­a degli austriaci non soffra di avversione allo straniero, anzi, lo scorso anno ci sono state ottantamil­a richieste d’asilo. Con uno sforzo, però, che pochi altri Stati hanno sopportato e che il Governo

non vuole replicare. Infatti, ulteriore mossa, a breve potrebbero ripartire i controlli sui treni dall’Italia per Innsbruck, con il divieto di permanenza a bordo per gli stranieri privi di passaporto, pazienza se magari rubato dagli scafisti.

Sono cominciati gli incontri tra le due polizie per preparare il futuro, o meglio gli austriaci ci stanno (parzialmen­te) informando sulle mosse che hanno in testa e in agenda. Da parte loro, il controllo del Brennero spetta alla Polizei di Steinach, cittadina a fondo valle dove ieri pomeriggio, di pattuglie, ne giravano due. Verificava­no che una squadra di operai, incaricata della riparazion­e di pezzetti di marciapied­e in centro, non venisse disturbata da manovre improvvide degli automobili­sti. Non s’è capito se la scena doveva tranquilli­zzare o far preoccupar­e.

Il flusso Ogni giorno trenta profughi superano il confine, e altri venti tornano indietro

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