Corriere della Sera

Non eleggeremo i senatori

Niente elezione diretta Bicamerali­smo paritario in pensione dopo 70 anni Solo Montecitor­io darà la fiducia all’esecutivo

- Di Renato Benedetto

Alle prossime Politiche all’elettore sarà consegnata una sola scheda, per la Camera. A Palazzo Madama andranno consiglier­i regionali e sindaci, in un’Aula piena neanche per metà: i senatori passano da 315 a 100. Queste le novità che balzano agli occhi della riforma che, dopo l’ultimo sì della Camera, passa al giudizio dei cittadini per l’approvazio­ne definitiva. Ma nei suoi 41 articoli, il testo Renzi-Boschi porta novità profonde: riformando il Senato, modifica l’architettu­ra istituzion­ale e manda in soffitta il bicamerali­smo paritario, riassegna competenze allo Stato dalle Regioni ( a fianco i punti). Inoltre, prevede che la Consulta possa fare un test di legittimit­à costituzio­nale, preventivo, sulle leggi elettorali, a partire dall’Italicum. Cancella, letteralme­nte, la parola «Province» dalla Carta.

Dopo oltre 170 sedute, il percorso parlamenta­re avviato il 15 aprile 2014 e concluso ieri, lascia ancora qualcosa da scrivere. Ad esempio, come faranno, all’atto pratico, i cittadini a scegliere alle elezioni regionali i consiglier­i da

mandare in Senato? Si vedrà. La riforma rinvia a una legge ancora da fare.

Questo è il compromess­o raggiunto tra la maggioranz­a, contraria all’elezione diretta, e chi chiedeva che i cittadini votassero per i futuri senatori. Il testo Renzi-Boschi prevede che i consigli regionali «eleggono, con metodo proporzion­ale, i senatori tra i propri componenti», oltre a un sindaco per Regione. Ma « in conformità alle scelte espresse dagli elettori» alle Regionali. I cittadini scelgono, le Regioni ratificano. Qui il testo si ferma il testo e rinvia a una legge da approvare. Saranno i consiglier­i più votati ad andare a Roma? L’elettore indicherà il nome che vuole in Senato? Con le preferenze? Ci sarà un listino? E i sindaci-senatori come possono essere indicati alle Regionali? Sarà un nuovo terreno di discussion­e. A complicare il quadro: le Regioni hanno sistemi elettorali differenti. E come le Regioni con due o tre seggi ( tabella a fianco) rispettera­nno la «proporzion­alità» tra forze politiche?

In ogni caso, se la riforma passerà al referendum, il nuovo Senato nella prossima legislatur­a dovrà essere formato entro dieci giorni dalla prima riunione dei deputati. Le Regioni sceglieran­no i senatori (le regole per la prima elezione sono già definite nelle norme transitori­e, poi, a sei mesi dalle prossime Politiche deve essere scritta la legge di cui sopra). Ogni volta che un Regione andrà al voto, rinnoverà anche i suoi senatori.

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