Corriere della Sera

Gentiloni per primo vola da Serraj «Appoggio politico e umanitario»

Roma alleggerir­à l’embargo sulle armi ma l’intervento militare in Libia resta escluso

- DAL NOSTRO INVIATO F. Bat.

L’hanno portato in macchina in un corteo lento sul lungomare. Fra le sirene. Facendolo ben vedere. Rallentand­o e fermandosi, contro ogni regola di sicurezza. Perché la cosa più importante dell’arrivo di Paolo Gentiloni in Libia, per i libici, era il fatto che fosse arrivato: il primo governo europeo a stringere la mano a Fayez Al Serraj. «La pace è più vicina», dice il premier inviato dall’Onu sbarcato due settimane, ancora barricato nella base navale di Tripoli, quando riceve il ministro degli Esteri italiano. Questa «visita è un precedente che altri Paesi europei seguiranno», ripete due volte Gentiloni. «In certe realtà cercheremo di essere non i primi ma di svolgere un ruolo», è il commento del premier Matteo Renzi. Ma nei giorni scorsi, quando Parigi aveva annunciato un viaggio a Tripoli, non s’è perso tempo: in piena crisi con l’Egitto, non era il caso di cedere ai francesi altro terreno.

«Il messaggio principale che l’Italia ha voluto dare è d’appoggio sul piano politico, umanitario ed economico», dice il ministro. Niente interventi militari, è il sottinteso, «troppe volte la comunità internazio­nale ha sbattuto la faccia contro il muro pensando di risolvere le cose libiche dall’esterno». Tutt’al più, un alleggerim­ento dell’embargo per le armi: «Per dare più forza alla lotta al terrorismo».

Sull’esempio di Turchia e Tunisia, verrà riaperta presto l’ambasciata italiana, una palazzina vuota con un tricolore Stretta di mano tra Gentiloni e Serraj durante il loro incontro a Tripoli ( Ansa) lunedì prossimo. Ennesima data fissata dal Parlamento di Tobruk per votare la fiducia al governo d’unità nazionale. Condizione essenziale perché Serraj possa regnare su qualcosa di più della base navale: fra tripolini, cirenaici e Isis, il suo è il quarto governo del Paese. «In meno di due settimane — è ottimista Gentiloni —, si sono avuti progressi importanti nel sostegno di diverse componenti della società libica»: diverse milizie, i padroni del petrolio, la banca centrale. Però in Libia un litro d’acqua costa cinque volte un litro di benzina. Prima d’andarsene, Gentiloni lascia sulla pista di Mitiga un C-130 di cibo e medicinali, un milione d’euro. È già qualcosa, non ancora abbastanza. milione di euro gli aiuti umanitari in cibo e medicinali che l’Italia ha inviato al governo sostenuto dalle Nazioni Unite. In Libia un litro di acqua costa 5 volte un litro di benzina

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