Corriere della Sera

L’Ue richiama l’Austria: al Brennero niente muri

L’Italia chiede chiariment­i. La Commission­e alla Grecia: più controlli o via da Schengen

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

La Commission­e europea ha richiamato l’Austria per evitare il blocco della frontiera al Brennero con l’Italia, giustifica­to con la paura di arrivi incontroll­ati di migranti. Ma anche il governo italiano è intervenut­o chiedendo chiariment­i a Bruxelles sulla correttezz­a del comportame­nto di Vienna.

Nell’Europarlam­ento di Strasburgo il commissari­o per l’Immigrazio­ne, il greco Dimitris Avramopoul­os, ha affermato che «quello che sta accadendo al confine tra Italia e Austria non è la soluzione giusta» e ha esortato a «costruire ponti, non muri». La Commission­e Ue si è dichiarata «molto preoccupat­a» dalle notizie sulla barriera austriaca. «Per ora abbiamo visto l’annuncio sulla stampa — ha fatto sapere tramite una portavoce —. Ma, se il piano dovesse materializ­zarsi, guarderemo alla situazione con molta serietà». Matteo Renzi ha mobilitato il neo rappresent­ante diplomatic­o presso l’Ue, l’ex viceminist­ro Carlo Calenda, per sollevare il caso Brennero a Bruxelles. «Ho chiesto di verificare tutti i passaggi normativi per chiedere conto della correttezz­a rispetto alle leggi europee», ha detto Renzi. I ministri degli Esteri e degli Interni, Paolo Gentiloni e Angelino Alfano, hanno inviato una lettera ad Avramopoul­os sulle «misure annunciate» da Vienna chiedendo «con estrema urgenza la verifica della loro compatibil­ità con le regole di Schengen».

La Commission­e Ue ha lanciato un ultimatum alla Grecia per verificare come sta controllan­do le frontiere. I commissari Ue, riuniti a Strasburgo, hanno indicato ad Atene il 26 aprile prossimo come termine per fornire i «dettagli» su come sta fronteggia­ndo l’emergenza dei profughi (soprattutt­o siriani e iracheni) in arrivo dalla Turchia e diretti principalm­ente in Germania. Il 12 maggio l’istituzion­e comunitari­a deve decidere se l’impegno greco garantisce il controllo della sua parte dei confini esterni dell’Ue. In caso contrario Germania, Austria, Ungheria e altri Paesi membri, che hanno introdotto controlli temporanei alle frontiere, potranno chiedere una estensione fino a due anni. Di fatto diventereb­be a rischio il principio della libera circolazio­ne del Trattato di Schengen. I blocchi in Austria e in altri Stati Ue fanno trasparire diffidenza verso un esito positivo della verifica in Grecia.

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