Corriere della Sera

I figli d’arte in fuga (con l’arredo) dal nome famoso

Carlo Borromeo e Fabio de Silva, amici per la pelle e la scommessa di una collezione molto maschile

- Silvia Nani

erto non avrebbero mai pensato, Carlo Borromeo e Fabio de Silva, figli d’arte ma soprattutt­o amici, che da grandi si sarebbero ritrovati soci in uno studio di design. Carlo, 34 anni (figlio di Carlo Borromeo, che negli anni 80 fu socio dell’agenzia di car design I.de.a. Institute) e Fabio, 40 (rampollo di Walter de Silva, tra i più famosi progettist­i di auto al mondo) oggi debuttano al Salone del Mobile: niente vetture ma arredi. «Targati» Borromeo & De Silva. «Ci conosciamo da sempre — raccontano —. I nostri padri per un perilora odo hanno lavorato assieme e ci frequentav­amo fin da piccoli». Esperienze e destini incrociati: «Io, studente alla Bocconi, cercavo un’esperienza all’estero e chiesi a Walter, che allora era in Spagna alla Seat, di poter fare apprendist­ato da lui», racconta Carlo, mentre Fabio iniziava a lavorare (per I.de.a.) con il padre dell’altro: «Poi aprii il mio studio a Barcellona, mentre Carlo, laureato, si trasferiva a New York», racconta. Le strade si incontrano di nuovo in Italia: «Fabio era rientrato e lavorava a Milano, io dagli Usa ero tornato in Italia, da Giugiaro. L’idea di aprire uno studio assieme è venuta quasi da sé», racconta Borromeo. Partenza (naturale) con il mondo car: «Lapo Elkann al- aveva bisogno di una mano per il progetto “tailor made” con la Ferrari: servivano competenze tra car design, moda, interior. La decisione fu rapida: annettere un socio, Filippo Sgalbazzi, competenze in arredo. Pronti, via». Eredità familiari belle ma a volte ingombrant­i: «Per me è stato più facile, per Fabio un po’ meno: un cognome fortissimo, a rischio di un confronto difficile. Per questo eravamo entrambi concordi di stare lontani dal car design, ma dedicarci a progetti “incrociati”: oggetti lifestyle per marchi auto, personaliz­zazioni stile car su arredi. Rimanendo nell’ombra, senza firmarli», spiega Carlo. Un volano per avviare lo studio e sperimenta­re, in vista del grande passo: il design per la casa. «Dovevamo farci le ossa. Per arrivare a un progetto di arredi serve essere maturi, capire chi sei e che cosa vuoi dire. Le intuizioni non bastano», affermano, «In realtà ideiamo oggetti da anni, ma per noi la Borromeo & De Silva è come se nascesse oggi. In questa Design Week».

L’identità ora è chiara e, in fondo, il mondo car non è lontano: «Per esempio la collezione di scatole componibil­i di Driade nasce dalla tecnica del metallo piegato: vista da un fornitore auto e mai utilizzata, ci ha ispirato degli oggetti a incastro». Pezzi al maschile, come la serie Bds disegnata per il marchio Castelli: «Scrivania, libreria, tavolo, in legno e metallo nero: stile asciutto, un mix di artigianat­o e industria. Da mondo car». La strada è aperta, il sogno è che sia un’autostrada. Vrooom!

C

 ?? Marfisi) ?? Alla scrivania Filippo Sgalbazzi, Fabio de Silva e Carlo Borromeo tra i pezzi della serie Bds per Castelli (
Marfisi) Alla scrivania Filippo Sgalbazzi, Fabio de Silva e Carlo Borromeo tra i pezzi della serie Bds per Castelli (
 ??  ?? Incastri La serie di scatole componibil­i per Driade
Incastri La serie di scatole componibil­i per Driade

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy