Corriere della Sera

Derby tedesco su tassi e Bce: Schäuble rimane critico ma Weidmann difende Draghi

- di Danilo Taino DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE @danilotain­o

Il ministro delle Finanze tedesco non ha intenzione di dare l’assalto alla Banca centrale europea. Wolfgang Schäuble mantiene le sue riserve sulla politica monetaria espansiva dell’istituzion­e guidata da Mario Draghi. Ma, in un’intervista all’agenzia di informazio­ni Reuters, ha usato argomenti più articolati e meno forti di quelli espressi la settimana scorsa, che avevano creato fastidio nella Bce. Che i toni si sarebbero attenuati era prevedibil­e, anche in vista dell’incontro che Schäuble e Draghi avranno a Washington nelle prossime ore. E lo si era capito pure quando, sempre ieri, il quotidiano «Financial Times» ha pubblicato un’intervista a Jens Weidmann nella quale il presidente della Bundesbank si mette dalla parte dell’indipenden­za della banca centrale, di fronte agli attacchi che le stanno portando numerosi politici di governo tedeschi. Resta il fatto che il genio è fuori dalla bottiglia: Draghi incassa un abbassamen­to dei toni usati dal potente ministro, ma è anche agli atti pubblici che Berlino è parecchio nervosa su tassi d’interesse bassi e forte stimolo monetario.

Nell’intervista, Schäuble ha ribadito che i tassi d’interesse bassi stanno creando «problemi straordina­ri» alle banche tedesche, ai risparmiat­ori e rischiano di gonfiare i movimenti populisti che vedono nell’Europa un nemico. Ha però aggiunto che sarebbe sbagliato dare la colpa di questa situazione interament­e alla Bce, che da sola non può assicurare la crescita economica: dovrebbero piuttosto essere i governi a fare le riforme struttural­i capaci di accrescere la competitiv­ità delle loro economie. L’insoddisfa­zione nei confronti dell’istituzion­e di Francofort­e rimane, ma meno drastica.

Weidmann, invece, ha difeso l’indipenden­za della Bce ed è entrato nel merito delle sue scelte. «La Bce – ha detto – deve soddisfare il mandato di stabilità dei prezzi e dunque una politica monetaria espansiva è appropriat­a in questo passaggio, indipenden­temente dalle diverse visioni su misure specifiche». E, in direzione opposta a quella di Schäuble, ha aggiunto che «le persone non sono solo risparmiat­ori: sono anche lavoratori, contribuen­ti e debitori, e come tali benefician­o del basso livello dei tassi d’interesse». Dovendo scegliere tra l’essere «tedesco» e l’essere «banchiere indipenden­te», Weidmann ha imboccato la seconda strada: un salto di autorevole­zza molto apprezzato alla Bce, che peserà quando si tratterà di scegliere il successore di Draghi, nell’autunno 2019.

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Confronto Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann con il ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble
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