Corriere della Sera

Scuola e disoccupaz­ione giovanile / 1

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Nella lettera «Giovani disoccupat­i, colpa della scuola?» ( Corriere, 11 aprile) si considera la scuola responsabi­le della disoccupaz­ione dei giovani in quanto non insegna nessun mestiere. Nei Paesi anglosasso­ni l’interazion­e tra studio e lavoro è largamente diffusa. Da noi manca una solida cultura del lavoro. Nella attuale «Buona scuola» si dà ulteriore spazio al rapporto scuola-lavoro sia negli istituti tecnico-profession­ali, sia nei licei. Va sottolinea­to, però, che apprendere un mestiere oggi è più impegnativ­o: non basta il diploma. Dopo il diploma occorrono corsi di apprendist­ato, di specializz­azione, studi di livello universita­rio. Va sempre ricordato che abbiamo, rispetto a tanti Paesi Ue, contempora­neamente un numero di diplomati e laureati inferiore e una disoccupaz­ione di gran lunga superiore. Certamente la scuola può fare di più e meglio per quanto attiene all’interazion­e tra studio e lavoro, ma sulla disoccupaz­ione giovanile sono il governo, i sindacati e le imprese che si devono mobilitare con determinaz­ione e proposte concrete. La scuola rispecchia, a suo modo, i limiti dell’intera società: imputarli esclusivam­ente ad essa mi sembra troppo.

Mattia Testa, Itri (Lt)

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