Esame Brocchi
Via Mihajlovic, ha deciso Berlusconi «Il Milan può e deve fare di più»
MILANO In quello che assomiglia sempre di più a uno scontro a distanza con Zamparini, il Milan presenterà oggi il quinto allenatore negli ultimi tre anni, il terzo esordiente. Cristian Brocchi rappresenta l’ennesimo tentativo di pescare dal Milan di fenomeni che fu e l’ennesima scommessa di scovare in casa il nuovo Sacchi o il nuovo Capello. Il problema è che i riferimenti più recenti sono Seedorf e Inzaghi. L’ex club più titolato e organizzato al mondo al momento è il più confuso.
Silvio Berlusconi, che potrebbe essere presente a Milanello per «benedire» il nuovo tecnico, sua personalissima e rischiosissima scelta, aveva deciso tutto domenica, quando aveva invitato ad Arcore Brocchi con Filippo Galli; non era la prima volta che il tecnico della Primavera veniva ricevuto per illustrare le proprie idee di calcio. Il rapporto tra il presidente e Brocchi è diretto e personale e non ha bisogno di mediazioni. Lunedì, poi, la cena è stata bissata, ma l’invito è stato esteso anche ad Adriano Galliani che, dopo Sinisa Mihajlovic, è lo sconfitto di questa storia: era contrario al cambio di panchina immediato ed era contrario a Brocchi. Non è riuscito a convincere il presidente (già scontento per aver speso quasi 90 milioni). Il rischio è un altro caso Seedorf. Galliani ha però ottenuto che Brocchi fosse «testato»: «la conduzione tecnica gli è affidata «fino al termine dell’attuale stagione». Il che significa che ha sei giornate di campionato più la finale di Coppa Italia contro la Juve, per guadagnarsi il Milan anche per l’anno prossimo. Andasse male ci potrebbe essere il tempo per cambiare ancora. Ma naturalmente tutti si augurano che l’esame sia superato. Dalla sua Brocchi ha, almeno, la stima incondizionata di Berlusconi; quella per Mihajlovic si è esaurita in fretta. Il tecnico serbo
Per ora fino a giugno Galliani contrario al cambio adesso, ha ottenuto che il nuovo tecnico fosse «testato»
agli amici ripete «vado via a testa alta» ed è difficile dargli torto. C’è chi dice che, dopo aver visto il Milan ben figurare con la Juve, Berlusconi si fosse preoccupato: se avesse vinto la Coppa Italia sarebbe stato difficile cacciare Sinisa. È forse solo una battuta: il gioco, gli ultimi risultati, certe risposte piccate avevano fatto crescere l’irritazione verso il tecnico serbo. «Ringrazio Sinisa. Il Milan però può e deve fare di più — ha spiegato Silvio su Facebook —. Dobbiamo provare a vincere la Coppa Italia e naturalmente rientrare in Europa. Brocchi è una scelta per preparare il futuro, un futuro nel quale il Milan deve tornare al gioco e a risultati all’altezza della sua storia. A fine stagione trarremo le somme».
Si è sempre detto che i giocatori erano con Mihajlovic: è verissimo per i senatori italiani, un po’ meno per quelli che giocavano poco. Capo della fronda Boateng, poi Diego Lopez, Ménéz, Zapata, José Mauri. Brocchi dovrà convincere tutti gli altri. Ieri ha parlato per 10’ alla squadra con Galliani, che ha tolto ogni alibi ai giocatori, poi via al primo allenamento: addio al 4-4-2, si torna al 4-31-2 presidenziale con Bonaventura trequartista; a centrocampo è stato provato Locatelli, per cui stravede Berlusconi. D’altronde il progetto dei giovani e italiani è l’ultima sfida, o illusione, da cui vuole ripartire il Milan.