Corriere della Sera

Voto 110 al corso Giovani e gruppo la sua missione

- Monica Colombo

Non aveva i piedi di Pirlo, la classe di Seedorf o il colpo di testa di Ambrosini. Eppure Cristian Brocchi, «Broccolo» per gli intimi, un’ossessione per il numero 32 condivisa con gli amici di una vita Vieri e Abbiati, ha vinto da titolare aggiunto nel Milan un campionato e due Champions oltre a coppe assortite. «Per chi viene dalla classe operaia come noi qual è stata la gioia più grande dopo una notte come questa?» chiede Gattuso nella veste di stralunato intervista­tore al compagno tornando da Manchester nel 2003. «Sarebbe bello fare una lista di chi ha parlato a sproposito sul nostro conto» replica Cristian, senza polemica ma con una punta di orgoglio.

Chissà cosa starà pensando ora il nuovo tecnico del Milan, catapultat­o — non senza scetticism­o dei tifosi— alla guida della prima squadra dopo nemmeno tre anni di giovanili (una stagione negli Allievi e due nella Primavera). Bollato come maggiordom­o di Berlusconi dal popolo del web, sta ripercorre­ndo, 25 anni dopo con una squadra più debole e una capacità di spesa del club inferiore, le orme di Capello. Che nel 1991 grazie a una decisione all’epoca impopolare del presidente milanista venne messo in panchina per sostituire il guru

Sacchi. Lo yes man costruì il Milan degli Invincibil­i, Brocchi dopo un avvio da brividi (tre partite in nove giorni di cui due contro squadre che lottano per salvarsi) avrà la finale di Coppa Italia come esame di laurea. A Coverciano non gli andò male: al corso per l’abilitazio­ne ad allenare in Serie B uscì con 110/110.

Ne ha fatta di strada il ragazzo arrivato al Milan dopo uno scambio con Guglielmin­pietro («scoprii di essere stato ceduto perché lessi il suo nome sul mio armadietto ad Appiano»), amante dei tatuaggi (il simbolo «soleluna» è il suo portafortu­na), reduce da una giovinezza di scorriband­e a Milano Marittima con Bobone Vieri. Insieme al centravant­i si dedicò alla diversific­azione degli investimen­ti fondando il marchio di abbigliame­nto Baci e Abbracci e l’azienda di arredi di lusso Bfc&co: quest’ultima operazione si concluse in bancarotta nel 2013.

Sposato con Evelyn, è papà di Filippo e Federico, che ieri mattina ha accompagna­to a scuola prima di iniziare la sua prima giornata di lavoro a Milanello. «Brocchi è il tecnico che più di ogni altro incarna il modello Milan: comando del gioco, aggressivi­tà e 4-3-1-2 come punto di forza» racconta Filippo Galli, responsabi­le del settore giovanile rossonero. «È bravo a motivare il gruppo, prima o poi farà debuttare Locatelli. È carico nonostante abbia la consapevol­ezza che se nelle giovanili si guarda più alla prestazion­e, in prima squadra i risultati sono tutto». Per ora al Milan è legato fino alla fine della stagione: se il rendimento sarà deludente, solo a santoni della panchina ci si potrà appellare (perché liberi: Capello o Lippi).Dopo la finale di Atene del 2007 zittì i critici con una maglietta: «Brocchi si nasce, campioni si diventa». Quasi un manifesto programmat­ico. Perciò, buon lavoro Broccolo.

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