«L’astensione? Impegniamoci e alle Comunali si voterà di più»
Presidente Stefano Bonaccini, visti i 13 milioni di «disobbedienti» sulle trivelle, il Pd rischia alle amministrative?
«Non tutti hanno votato sì o no al quesito referendario perché contro Renzi. Lo avrà fatto una parte, ma non tutti. Alle amministrative, come sempre, si rischierà laddove si è governato male, o dove non si sono presentati candidati vincenti».
Domenica in Emilia Romagna 900 mila elettori hanno votato sì, mentre lei diventò presidente con 615 mila voti.
«Paragone impossibile, perché nel 2014 votammo in un clima choccante, con le dimissioni di quel galantuomo di Vasco Errani e quasi tutti i consiglieri regionali sotto inchiesta, tant’è che fu uno schiaffo a tutti i partiti».
L’astensione non è un problema per il Pd?
«Oggi voterebbe molta più gente, anche perché stiamo governando bene. Dopodiché, va recuperato un rapporto di fiducia con gli elettori e lo si ottiene se la politica torna a fare ciò che promette».
Condivide l’attacco di Renzi alle Regioni?
«Da quattro mesi sono presidente della Conferenza Stato Regioni e con il governo abbiamo sempre trovato accordi all’unanimità. Dopodiché, pur stimando Matteo, quando rilevo situazioni che non vanno so contrastarlo, anche a nome degli altri presidenti».
Sulle trivelle si è schierato con il premier.
«Pur non avendo l’Emilia promosso i quesiti, sono stato al fianco di altri presidenti a pretendere cambiamenti e do atto al governo di aver recepito parecchio. Cinque dei sei quesiti sono stati cassati e non si può più trivellare entro le 12 miglia».
Ma un piano energetico nazionale ancora non c’è.
«Ai 15 milioni che si sono recati a votare e ai governatori che erano per il Sì, dico lavoriamo assieme per pretendere un piano energetico nazionale sempre più rivolto all’energia pulita». Merola ce la farà? «Puntiamo a vincere in tutti e tre i capoluoghi, Bologna, Rimini e Ravenna, perché abbiamo scelto i candidati in maniera unitaria e costruito alleanze aperte anche al civismo».