Milan, i cinesi studiano i conti Berlusconi ancora riflette
Due diligence avviata, la prossima settimana la decisione sull’esclusiva
Pensa ai cinesi (ancora) e salva Brocchi (per ora). Silvio Berlusconi riflette. Non è convinto, molti dubbi lo agitano: lasciare la maggioranza del Milan nel mezzo di un ciclo sportivo disastroso significherebbe chiudere un trentennio di trionfi con il finale più amaro. Ma restare nonostante gli 89 milioni di debiti che oggi il cda e l’assemblea dei soci si troveranno a ratificare significa doversi accollare enormi sforzi (gestionali e finanziari) per ripartire. Prevarrà lo scoramento o l’orgoglio? Le questioni di business o quelle affettive?
Di sicuro — in questo anno di trattative abbozzate, a tratti nascoste, a tratti esibite — non è mai stato così vicino a lasciare la maggioranza del Milan. Martedì sera a cena, a tavola con i figli e i vertici di Fininvest, si è parlato anche dell’offerta della cordata cinese che è ormai quasi delineata. I tecnici stanno mettendo a punto il dossier, ma il più è fatto. Ora Confronto Cristian Brocchi ha avuto un colloquio con la squadra dopo Verona: Berlusconi lo difende (Ansa)
tocca a Berlusconi decidere se firmare la trattativa in esclusiva: un passo non decisivo (perché avrebbe poi comunque la possibilità di tirarsi indietro), però un impegno serio, con tanto di vincoli e penali, che fin qui Berlusconi non ha mai voluto assumersi. Non lo aveva
fatto per esempio con Bee Taechaubol, il magnate thailandese che un anno fa di questi giorni aveva monopolizzato la scena con la sua offerta monstre, lasciando i cinesi (che già si erano fatti avanti) in disparte. Ora è questa cordata, che comprende alcune finanziarie,
in pole: spinge per acquisire un’ampia maggioranza, il 70%, per una valutazione del Milan di 650-700 milioni. Gran parte dei conti i cinesi li avevano già visti all’epoca, ma è partita una settimana fa una due diligence approfondita, tanto che tutti i contratti (sportivi e commerciali)