«Un mese prima del sequestro Moro ho dato l’allarme agli 007 di Roma»
Abu Sharif, ex portavoce del Fronte popolare: una donna misteriosa mandata dall’Italia a Beirut
Di dita ne ha perse quattro dopo averle appoggiate sulla copertina delle Memorie di Che Guevara, l’occhio destro è cristallizzato in uno sguardo di stupore. Quel regalo del Mossad serve a Bassam Abu Sharif per riordinare i ricordi, c’è un prima e un dopo il 25 luglio del 1972, «doveva essere passato un anno dalla bomba, sì era la fine del 1973», mormora sotto al gracidare elettrico dell’apparecchio acustico.
A 70 anni qualche nome l’ha dimenticato, le facce invece sono ancora lì davanti a lui, soprattutto il sorriso di quella bella italiana che bussa al suo ufficio a Beirut e chiede di parlare con George Habash, il leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Finito sulla copertina di Time come il «volto del terrore» durante i dirottamenti di Dawson’s Field, Bassam allora dirige la rivista Al Hadaf (il Bersaglio) e si occupa della politica estera dell’Fplp. «Mi dice di essere la moglie di un ufficiale italiano e di voler vedere il capo. Le spiego che se l’avevano mandata per conquistare Habash con la bellezza, non avrebbe funzionato, era un monaco. Mi ha risposto: no, sono qui perché sostengo la vostra causa».
La donna misteriosa si ripresenta il giorno dopo — «da bionda era diventata castana» — e nell’incontro chiede ad Habash dettagli sull’intesa siglata dal gruppo marxista-leninista palestinese con l’Italia, quello che sarebbe il Lodo Moro: nel 2008 Bassam ha già raccontato al Corriere dell’accordo che permetteva all’organizzazione di muovere uomini e armi lungo la Penisola. In quest’altro pomeriggio nella sua villa di Gerico, circondata dalle rocce del Monte delle tentazioni, rivela altri dettagli.
«Non ho mai capito a quale pezzo degli apparati appartenesse. Qualcuno a Roma voleva verificare i resoconti di Stefano Giovannone (capocentro del Sid e poi del Sismi a Beirut, ndr): avevamo discusso i dettagli del patto con lui e con l’Ammiraglio. La signora voleva Protagonista Bassam Abu Sharif, è stato il portavoce del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Oggi Abu Sharif ha 70 anni assicurarsi che l’avremmo rispettato, che non avremmo commesso attentati in Italia. In cambio ci offrì perfino di inviare istruttori dell’esercito per i nostri combattenti».
Avete avvertito dell’intesa le nazioni arabe che vi appoggiavano?
«La Libia, lo Yemen, l’Iraq, l’Algeria, la Siria. Muammar Gheddafi si mise a ridere: “Ricordate agli italiani che ci sono debitori per l’epoca coloniale, il vostro accordo non risolve le faccende tra noi e loro”».
In Italia una commissione parlamentare sta indagando sul rapimento di Aldo Moro. È emerso un cablogramma del 18 febbraio 1978 spedito da Beirut, molto probabilmente da Giovannone. Scrive di aver incontrato «il suo abituale interlocutore» nel Fplp che lo ha avvertito: gruppi europei stanno organizzando «un’operazione terroristica di notevole portata» e potrebbe coinvolgere l’Italia.
« L’allarme riguarda Moro?».
È quello che i parlamentari stanno cercando di capire.